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Wednesday, November 12, 2014

Italiani ciarlatani.

Partiamo da lontano.
Quando venni assunto come Device Engineer nel nascente gruppo di Ricerca e Sviluppo delle memorie, all'ST di Catania, ebbi vari incarichi. Caratterizzazione di memorie Eeprom, installazione della nuova macchina di test elettrico, responsabile dell'installazione del nuovo laboratorio dell'R&D di Catania.

Per ognuno di questi compiti, avevo delle tempistiche ben precise. I piani a più lunga "gittata" arrivavano ad 1 anno, 2 anni al massimo (come l'investimento per il laboratorio). Gli obiettivi del gruppo erano invece fissati a "quarter", cioè a trimestre. La mission del gruppo era semplice -a dirsi-. Ricevevamo una nuova tecnologia sviluppata ad Agrate, e dovevamo trasferirla in produzione, in 6 mesi, 1 anno al massimo. Il capo del manufacturing di ST di allora, il compianto Laurent Bosson, premeva sul fatto che il destino di ognuno fosse "a case of do or die". E comunque sempre, nei 9 anni di vita del gruppo CR&D di Catania, abbiamo portato con successo le nuove tecnologie nel modulo M5 di produzione, abbastanza in tempo, o con BREVI ritardi.

Poi, condizioni al contorno che stavano troppo più in alto di noi, hanno sancito la fine del gruppo CR&D di Catania, nel 2005. Ma nessuno, in ST, può dire che fossimo un gruppo inutile o inefficiente. Al limite, ci sarebbe da discutere a livello di top management i motivi che portarono ad un'investimento così massiccio in know-how, su Catania, in collaborazione con l'R&D di Agrate, per poi smantellare totalmente -immediatamente dopo l'uscita di scena di Pistorio- un gruppo che era cresciuto benissimo. A livello strategico, un fallimento, uno spreco enorme. Ma questa è un'altra storia.

Il concetto di base è che, tra normale diffidenza, e limiti di un sito che, essendo di produzione, ci vedeva come un corpo estraneo, in queste condizioni al contorno difficili, comunque eravamo riusciti a ritagliarci uno spazio, perché portavamo a termine i compiti che ci erano stati assegnati. E portammo anche a termine un compito che noi stessi ci demmo, cioè uno "shrink" tecnologico, non fatto da Agrate.

Ecco, per certi versi, la nostra storia è l'esatto opposto della storia d'Italia degli ultimi decenni. In condizioni difficili, di un gruppo nascente, in un contesto non proprio ideale per le attività del gruppo, ci facemmo accettare grazie al duro lavoro e, soprattutto, alle tempistiche rispettate.
La storia d'Italia degli ultimi decenni in Europa (e nel mondo) è l'esatto opposto. L'Italia, paese di grande storia e tradizioni, Paese fondatore dell'Europa, grazie a Spinelli & C., aveva tutte le condizioni per dettare l'indirizzo  politico all'Europa. Certamente veniva guardato dal basso verso l'alto dai paesi come Bulgaria, Romania, Croazia, Slovenia, che col cappello in mano chiedevano l'ingresso nell'UE. Adesso siamo nel gruppo "PIGS" come i peggiori della classe. Il motivo è semplice. Siamo visti dall'Europa non come quel paese dai grandi ideali democratici e dalla storia immensa, ma come degli impenitenti sbruffoni e ciarlatani, grazie ad una classe politica che non si rende conto delle condizioni dell'Italia, o, peggio, rendendosene conto, non riesce a trovare soluzioni, o, peggio ancora, DICE quali sono le soluzioni, ma da 20 anni non fa nulla.

Mi chiedo che sarebbe stato del nostro dirigente, o del nostro gruppo, se avessimo detto "OK, dobbiamo fare questo e questo" ed a distanza di 20 anni ancora ci barcamenassimo con lotti della prima tecnologia che abbiamo trasferito, senza avere una minima idea di come andare avanti. E' impensabile. Sarebbe da imbecilli. Ebbene, questo stato di imbecillità, cialtronaggine e sbruffonaggine è lo stato dell'Italia, agli occhi degli altri. Abbiamo voglia di lamentarci dei Tedeschi. Ma un Americano che entra in Italia e si sente dire "faremo la riforma del lavoro" e non vede nessun risultato IN ANNI, neanche si pone il problema di mettere i soldi in Italia. Dice "mah, se sta bene alla popolazione questo stato pietoso...", volta le spalle e se ne va laddove soldi se ne devono mettere anche di più (vedi Germania) ma almeno sono messi decentemente. Metto i soldi, dò un input, e ricevo un output che , a spanne, è superiore all'input. In Italia io metto i soldi e non so che fine fanno. L'Italia è un gratta e vinci. Roba della domenica, non di un businessman.

Si può andare avanti in questo modo?
E soprattutto, in tutto ciò, con quale faccia possiamo andare all'estero a dire "i Tedeschi sono cattivoni". Se un ubriaco entra in un autobus ed inizia a parlare male di una donna, dicendole "tu sei la causa di tutti i miei mali", certamente chi vede dall'esterno non prende a cuore le rivendicazioni dell'ubriaco. Il minimo che l'ubriaco può fare è togliersi la sbornia, ritornare sobrio, e poi, umilmente e con serietà, far valere le proprie ragioni.

Al momento l'Italia è vista come un ubriaco che entra dentro un autobus senza fare biglietto, e chiedendo soldi a tutti gli altri. Se ci figuriamo questa scena, capiamo benissimo che, vedendola dall'esterno, prima di INIZIARE A PARLARE (non dare soldi, iniziare a parlare) con l'ubriaco, gli altri dicono "senti, fatti passare la sbornia, e poi ne riparliamo, eh?". Pacca sulle spalle, ed ognuno ritorna a curarsi i fatti propri.

Avessimo anche ragione, ciarlatani per come siamo, nessuno ci ascolta più.

P.S. In tutta questa condizione di ubriacatura,  non ho ancora capito se Renzi è per l'Italia una tisana, o un boccale di vodka.

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