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Thursday, February 5, 2015

A che serve la scuola? I




Parto da un Link visto su facebook, che fa riferimento al famosissimo libro dei ragazzi della scuola di Barbiana. Io ho dei dubbi. Dubbi che vanno molto a monte, e che voglio "iniettare" a mo' di veleno (in piccolissime dosi) nella classe dirigente scolastica. Cercherò di esporli per gradi.

1)SE (è un dubbio anche questo) uno Stato fosse gestito come un'azienda, le aziende migliori sarebbero quelle che più investono in Ricerca e Sviluppo, comunemente detta R&D (dall'Inglese Research & Development). In tutte le aziende, l'R&D è un dipartimento che per definizione è un passivo di bilancio. Ed in tutte le aziende buone, è un passivo molto consistente. E' il passivo che si trasformerà in attivo per l'azienda, a distanza di anni. SE uno Stato fosse un'azienda, quale sarebbe l'R&D? Ora tutti pronti a dire: "L'Università, la Ricerca Scientifica e Tecnologica". Ma non è così. L'R&D più spinta, per uno Stato, è la scuola. Ed è tanto più R&D quanto più si va indietro con la Scuola. L'R&D più pura, per lo Stato, sono gli asili, poi le scuole elementari, le medie, le secondarie, ed infine l'Università, che però non è tutta in passivo, e può gestire bilanci con voci in attivo. Quindi l'R&D pura di uno Stato è LA SCUOLA.

 2)SE uno Stato fosse gestito come azienda, occorrerebbe dargli una missione: io posso dare al mondo questo, mi focalizzo su questo, e su questo investo in R&D. E metto fior di soldoni. Per essere espliciti, MILIARDI DI EURO per l'R&D, per la SCUOLA. Facciamo un esempio molto pratico: la Corea, modello di Stato che più si avvicina ad un'azienda, si è data come missione quella di dare al mondo TECNOLOGIA all'avanguardia. Per far questo, ha investito una quantità smisurata di soldi in R&D (SCUOLA), focalizzata agli aspetti tecnici. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un paese di 40 milioni di anime che massacra l'Italia, la Francia, la "crante Cermania" su tutti gli indicatori, economici e scolastici. Sono i migliori al mondo, per quello che devono fare. Gli USA li superano solo perché hanno risorse sterminate, ma non c'è dubbio che in termini di efficienza su PIL, la Corea è impressionante. Ne ho già scritto in un post precedente.

 3)Veniamo alla scuola Italiana. L'obiezione per cui la scuola italiana non è un mezzo molto efficiente di scalata sociale non convince.
      3-1. Non lo è perché non lo è mai stata? O non lo è perché non lo è più? Se si leggono gli scritti dei ragazzi di Don Milani, non lo è mai stata perché è sempre stata "borghese". Di conseguenza sarebbe un male atavico. Tuttavia, ammesso e concesso che Don Milani avesse ragione, la stessa scuola borghese ha funzionato, per una "performance" italiana che dagli anni 50 agli anni 70 ha avuto un rendimento straordinario. Se quindi non lo è mai stata, in passato ha funzionato per il bene del Paese e, di riflesso, del tenore di vita medio anche dei contadini che, a detta dell'impostazione "Don Milani", erano scartati dalla scuola. Se invece non lo è perché non lo è più, questo è un problema del Paese intero in agonia. Nel momento in cui il paese è in agonia, è normale (ed altrettanto sbagliato) che ognuno cerchi di preservare il proprio orticello, e che questo riesca meglio a chi sta ai piani alti. La conseguenza è un'accentuazione delle disparità sociali ed il blocco della scala sociale. La scuola di questo non è colpevole, e non è neanche troppo impattata, rispetto ad altre realtà lavorative.
     3-2. Non convince in sé l'impostazione "Don Milani". Se io devo sviluppare la maturità e le capacità logiche dell'individuo ADATTANDO L'INSEGNAMENTO all'ambiente da cui l'individuo proviene, non favorisco la scalata sociale ma semplicemente pongo le basi perché l'individuo sappia fare meglio ciò che è sempre stato: un contadino migliore, un operaio migliore, un minatore migliore. Un'impostazione di questo genere afferma: "Ok, mi faccio carico io -scuola- di quello che sei e ti aiuto ad esserlo meglio." Per me quest'impostazione, che nasce con le migliori intenzioni sulla carta, rischia di essere molto più classista dell'impostazione attuale, che sarà ottusa e borghese, ma ha il merito -probabilmente inconsapevole- di fare "scontrare" i ragazzi non borghesi con una realtà più complessa. Non credo che vi sia la ricetta ideale per "la crescita dell'individuo". Ma questa scuola borghese dà una via, forse sommaria, forse sbrigativa, per introdurre i bambini non borghesi alle realtà più complesse. In definitiva, la scuola borghese butta i bambini non borghesi in piscina e dice loro: "adesso nuota".
     3-3. Discorso diverso (ma è quello che giustamente viene sottolineato nella risposta finale della "lettera ad una professoressa") se i professori sono ottusi e non capiscono la diversità della provenienza dei bambini. Umiliarli con la loro ottusità è criminoso. Ma quei bambini contadini, alla fine DEVONO essere portati a calcolare il volume della semisfera su una vasca semicilindrica, come tutti gli altri. IL METODO è a discrezione e disposizione dell'intelligenza (o ahimè della stupidaggine) dei professori. Ma il risultato deve essere quello di alzare il livello minimo. Non va bene dire: "E' contadino, deve sapere bene come si coltivano le arance e fare solo i conti della portata d'acqua necessaria, perché del volume della semisfera non se ne farà mai nulla".

 4)Checché se ne dica, e per quanto male se ne parli, la scuola "borghese" è la scuola della classe sociale più dinamica ed intraprendente di qualsiasi società. E' la scuola della classe degli arrampicatori sociali, i "borghesi", appunto, quelli che a Catania, in modo spregiativo, vengono chiamati "arripudduti", gli "arricchiti", che rimangono sempre delle persone rozze nei modi. Ma gli arripudduti sono i genitori di coloro che raffineranno i modi, insomma, quelli che il salto sociale lo faranno. La scuola borghese è una scuola settaria, limitata e con i paraocchi negli obiettivi? Senza dubbio, ma è un benchmark, e difficilmente riesco a trovare migliorie radicali. E comunque non vanno nel senso indicato da Don Milani, che per "valorizzare" la sua proposta si rivolge ad un'ipotetica professoressa piuttosto idiota. Ma l'idiozia è un fenomeno trasversale a tutta la società. Anzi probabilmente ne risultano più "nascosti" proprio i non borghesi, perché gli idioti vengono confusi con gli "incivili ed ignoranti". Mentre un professore idiota, purtroppo, lo si riconosce dopo due minuti di lezione.
                        (...continua...)

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