Guitars

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Tuesday, February 17, 2015

Giusè... quanno te rode...




Non è passata inosservata la presenza di Giovanni Allevi sul palco di Sanremo. Per lo meno, a me non è calata per nulla. Mi risulta indigesto che Carlo Conti (validissimo professionista di ciò che è "corretto" e della "vox populi") lo abbia definito "maestro" e si sia definito "onorato" di averlo sul palco.
Vediamo cosa si nasconde dietro questo titolo di "maestro", parola che ha in sè il concetto del "magis", del "maggiore", del "più".
Allevi è un musicista diplomato (come ce ne sono centinaia di migliaia nel mondo), con un indubbio "estro", con quella voglia di "esprimere" qualcosa che venga recepito dal grande pubblico. Come lui ci sono milioni di persone, da tutti i gruppi underground che si esibiscono nei locali delle città agli artisti di strada. Ovviamente, essendo diplomato in musica, possiamo immaginare che abbia le conoscenze basilari per capire cosa sia una melodia, e -a differenza di tantissimi diplomati in pianoforte, anche brillanti- riesce a capire cosa piace al grosso pubblico. Un bell'arpeggio con la mano sinistra, la destra si esibisce in melodie di terza o di sesta, mentre il pedale destro è abbondantemente calato, per far sì che i suoni del pianoforte si sommino e diano luogo a quel clima di sogno che proviene da un bell'accordo arpeggiato e tenuto a lungo.
Musica meravigliosa.
Allevi maestro... musicista "classico" moderno. Un po' come dire che Vasco Rossi è un filosofo moderno, sulle orme di Kant.
(digressione: per leggere la prima pagina della "Critica della Ragion Pura" ho impiegato mezz'ora sudando freddo. Potrei liquidare il fatto dicendo che Kant non aveva ritmo... più difficile ammettere di non essere all'altezza di capirlo)
Tutto ciò che fa Allevi provoca in me due sensazioni: invidia ed indignazione. Invidia, perché pur essendo le sue melodie di una banalità sconfortante, che qualsiasi ragazzo all'ottavo anno di pianoforte improvviserebbe per riscaldarsi, con queste melodie egli fa soldi a palate (e fin qui...) e riceve titoli da "maestro". E qui non ci sto. Ma "maestro" di che??? Del banale trasformato in soldi e titoli onorifici?

Quanto scritto finora può suscitare nel lettore due tipi di reazione: "hai ragione da vendere" (nell'1 per mille della popolazione), oppure "quanno te rode, grattete!" (nel restante 999 per mille).

Ma veniamo all'indignazione. Che Allevi abbia saputo vendersi in maniera straordinaria, millantando doti da genio della musica (i capelli ricci alla pazza, gli occhialetti intellettuali e quell'aria da finto ebete che non capisce nulla se non la musica), è fuori di dubbio. Ci ha scritto pure un libro "La musica in testa", in cui fa capire come con la musica lui riesca ad entrare in un'altra dimensione, e ragionare in modo musicale. Cose che uno che legge dice "questo è un Mozart". In realtà, ciò che dichiara Allevi -questo "sentire la musica"- è una cosa assolutamente naturale presente in MILIONI E MILIONI di persone, e che moltissimi studenti di musica possono provare. Il punto è che gli studenti di musica provano quello che dice Allevi studiando o suonando Mozart, Bach, Beethoven, Chopin. Egli, dopo aver provato quest'estasi artistica, partorisce melodie risibili e giri di do da terzo anno di pianoforte. Un po' come se io dicessi "quando penso alla bellezza delle parole e della poesia vado in estasi" e poi genero "La mamma mi ha comprato un lecca lecca"

E si è paragonato a Chopin. Ma Allevi ha idea di chi sia Chopin? Paragonarsi a Chopin può andare bene a chi non capisce assolutamente nulla di musica. Io non avrei mai scritto nulla su Allevi, che rimane un mediocre pestanote (per scelta sua), se un giorno non se ne fosse uscito con quella sparata su Beethoven "A Beethoven manca il ritmo. Quello che poi ho trovato in Jovanotti". Ecco, con quella dichiarazione ha scatenato il Mister Hyde che c'è in me. E' una dichiarazione che qualifica Allevi in due possibili modi: uno che di musica non capisce assolutamente nulla, oppure (ed io credo che sia "oppure") uno che ha iniziato ad intuire che cos'è la musica, ed ha capito che per mandare in estasi il pubblico serve una parte per miliardo della bellezza e varietà di Bach, Beethoven, Mozart. Senza i quali, Allevi sarebbe uno strimpellatore e non un pianista. Così, collocando volutamente le sue composizioni nell'ambito del nB (il "nanoBach") può campare di rendita per anni e può essere chiamato "maestro" e permettersi di dirigere un'orchestra al Senato della Repubblica.

Con quella dichiarazione, Allevi si è comportato come quei maestri degeneri che hanno studiato greco e latino, ma dicono agli alunni "Inutile che vi mettiate a leggere Cicerone o Platone, non hanno ritmo, meglio un bel tweet di Renzi". Allora, o sei cretino, o sei un subdolo. Io tendo ad escludere quasi del tutto la cretinaggine.

Insomma, se "maestro" è, è uno di quei cattivi maestri da cui tenersi a debita distanza.

P.S. A proposito, mio figlio di 8 anni in questi giorni sta studiando un minuetto di Beethoven (No. 1 in Do+ WoO 10) ed un pezzo facile "Scozzese" di Schubert in sol+. I pezzi di Allevi (anche nel ritmo) stanno a questi piccoli gioiellini come un mio post sta ad un editoriale di Montanelli.
Altro che "Maestro".
A Ribera gente come Allevi la chiamano "allampaviddani".

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