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Monday, October 20, 2014

9 mesi di fuoco - PARTE II

Dando per scontato che nessuno al Ministero Smistamento Esuberi ha fatto la domanda cruciale ("Perché state disinvestendo dall'Italia?"), proviamo a fare qualche ipotesi del perché il management di Micron ha fatto ciò che ha fatto in Italia, per certi versi in modo anche piuttosto grossolano, come ha fatto risaltare un giornalista britannico, David Manners, che ha seguito a lungo la nostra vicenda, nel suo blog.
(Ecco i suoi articoli sul #casomicron: [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11][12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19] [20][21][22][23])

Non ci sono molti motivi per cui un'azienda decide un comportamento così brutale. Proviamo ad elencarli, in ordine di "zoom-out", dal lavoratore alle grandi scelte strategiche aziendali.

1)Lavoratori inefficienti o scansafatiche o tecnicamente non preparati.
2)Costo del lavoro eccessivo.
3)Un management italiano non efficace.
4)Una situazione italiana poco chiara agli occhi degli Americani
5)Legislazione italiana troppo difficile da gestire, Art. 18 ecc... ecc...
6)Strategie geopolitiche ineluttabili di Micron.

Posso affermare con certezza assoluta che i primi due punti sono totalmente da escludere. Il punto 2) l'ho spiegato nel post precedente. Oltretutto l'Italia è uno dei paesi in cui opera Micron col costo del lavoro più basso. A riprova di questo, c'è un rafforzamento di Germania (Monaco) e Gran Bretagna (Bristol) a danno dell'Italia. Quanto al punto 1), ovviamente non nego che ci siano dei lavoratori scansafatiche e da prendere a manate, gente che sta su internet 7 delle 8 ore dovute. Ma è una percentuale trascurabile, che si può ritrovare ovunque. Oltretutto, spesso (non sempre) un lavoratore che lavora poco, soprattutto in una grande azienda, lo fa perché non correttamente stimolato. Poi ci sono i Crocetta del lavoro, i fanfaroni e fannulloni. Ci sono, e ci saranno sempre in siti che contano centinaia di persone. Direi che è quasi fisiologico, ma non è quello che fa la differenza. Anzi, il mio ex manager di Micron, dell'R&D di Boise, mi ha sempre detto che tecnicamente gli ingegneri italiani sono di altissimo livello. Senza entrare nel merito, l'avevo già capito confrontandomi con gli ingegneri di Intel del defunto CTC (California Technology Center) di Santa Clara. Ci sono punti in cui siamo deficitari, ci sono punti in cui l'ingegnere Italiano insegna agli Americani (poi, quelli di Boise sono poco propensi ad apprendere, ma questa è un'altra storia).

I punti 3 e 4 mi coinvolgono direttamente, avendo fatto parte del management di Micron (anche se di basso livello). Qui un po' più di responsabilità io la vedo, ma spiegherò che secondo me non è tantissima. Credo che l'Italia si sia presentata agli occhi di Micron come un "pacchetto unico" da prendere in blocco così per com'è, con modalità lavorative da tenere a tutti i costi. Credo che ci sia stata una tendenza del management italiano a "tenere" le risorse, per paura di perderle, piuttosto che "rilasciarle" perché ognuno giocasse questa battaglia difficile. Credo anche che questo abbia causato una reazione piuttosto negativa nel management Americano, che già non brilla per flessibilità ed "inclusività". Ma anche questo ha influito relativamente poco, e ne ho le prove.

Essendomi infatti trovato in una situazione più unica che rara, cioè a capo di un gruppetto piccolo, che riportavo all'allora responsabile di Micron Italia (di Avezzano), per motivi troppo complicati da spiegare, ho avuto la fortuna di conoscere la realtà di Boise ed adattare totalmente il mio gruppo all'interno dell'R&D di Boise. Il tutto è andato alla perfezione. Eravamo perfettamente inseriti, ed alle mie CONTINUE richieste di "verifica di rendimento" delle persone del mio gruppo, il mio responsabile, ed il manager di Boise con cui lavoravamo, ci dicevano che facevamo un "valuable job". Eppure siamo stati segati tutti. Quindi, ammesso che i manager italiani, di basso e -soprattutto- di alto livello, abbiano agito male, sulla difensiva, chi come me ha giocato all'attacco e dando totale disponibilità ad un'integrazione piena, comunque è stato segato. Quindi anche il management italiano è -in parte- scagionato.

Rimangono i problemi di più alto livello: la legislazione lavorativa e le scelte geopolitiche di Micron.

              (...continua...)

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