Da quanto ho scritto è evidente che gran parte delle cause del disastro accaduto quest'anno a Micron Italia vanno addebitate a cause che esulano, ed oltrepassano di gran lunga, la performance di lavoratori e manager italiani. Ovviamente, più è alto il livello, maggiori sono le responsabilità. Ma ci sono tanti indizi che mi fanno pensare che il nostro destino fosse segnato, indipendentemente dal comportamento dei lavoratori e dall'atteggiamento dei manager italiani.
Veniamo al punto 5)La legislazione lavorativa, Art.18 ecc...ecc... spesso mi son sentito dire che abbiamo una legislazione così complicata che è veramente difficile averci a che fare. L'ultima che mi son sentito dire è che noi lavoratori siamo bravi ma siamo come "seme nella roccia" (seed in the rock). E' evidente che i galantuomini di Boise hanno approfittato della legislazione italiana per fare un bel pacco regalo, e dire: "ok, dal momento che non possiamo licenziare individualmente per motivi di performance, aspettiamo un po' e facciamo un bel massacro di massa". Questa "vulgata" della legislazione lavorativa e del nostro Contratto Nazionale come causa del disastro è girata abbastanza in Italia, da parte dei manager Americani. In parte ci credono. Durante questi mesi abbiamo potuto leggere uno scandaloso articolo su Forbes intriso di pregiudizi dell'America più bigotta nei nostri confronti. Molti dei miei colleghi se lo ricoderanno. Gli ho pure risposto per le rime, è uno dei primi commenti.
http://www.forbes.com/sites/jimhandy/2014/03/31/micron-italy-strikes/
E quindi uno sarebbe portato a dire "eh, lo sappiamo che abbiamo una legislazione che fa schifo, hanno ragione". Ma, pur essendo ben note le mie riserve sulla nostra legislazione del lavoro, sull'Art. 18 ecc...ecc..., con tutto il rispetto, per fesso non mi faccio prendere. Qui, l'Art. 18 e la nostra legislazione non c'entrano. O c'entrano, nel senso che sono stati il capro espiatorio per un'azione che COMUNQUE SAREBBE STATA FATTA.
L'inizio della fine per noi è stato l'acquisizione di Elpida, da parte di Micron. Una compagnia che ha messo dentro Micron 6500 persone circa, tutelate dall'accordo di acquisizione per 5 anni. Ovviamente, come tutte le acquisizioni, esse portano tecnologia, prodotti, clienti, ma anche persone. E quindi, come tutte le acquisizioni, creano ridondanze. Ora, di fronte ad uno scenario in cui c'è un headquarter ed un sistema americano da una parte, ed una potenza di fuoco di produzione dall'altra (soprattutto a Singapore, a Taiwan, ed ora si è aggiunto il Giappone), l'Italia, che ha ceduto praticamente una piccola compagnia agli Americani, che ci stava a fare in mezzo? Riassumo il tutto in una vignetta che ho fatto durante il periodo delle nostre manifestazioni.
Di fronte ad una situazione geografica di questo genere, si capisce bene che l'Italia è stata la vittima sacrificale offerta agli Americani.
Ne parlavo con alcuni dirigenti dell'ST di Agrate (per loro fortuna tornati tutti a casa base), nel 2010, quando Micron acquisì Numonyx: "Dobbiamo vedere come si comportano, se ci lasciano spazio o meno". Beh, allora si parlava di Agrate a 12", e fu la buonanima di Steve Appleton a dire ad Agrate, in mensa, con chiarezza che il 12" ad Agrate non si sarebbe mai fatto, ma precisando che "ci sono un sacco di cose buone che si possono fare con l'8" qui ad Agrate", suscitando commenti caustici del tipo "Sì? Dimmene una!" Ma questa è ormai preistoria. Forse con Appleton l'Italia avrebbe avuto un po' di vita in più. Il punto è "che vita?". Con una situazione di questo genere, Micron avrebbe dovuto fare uno sforzo enorme per portare lavoro in Italia, per valorizzare le persone. Molto più facile "spremere il limone", e, quando le clausole di salvaguardia sarebbero terminate, agire. Ed hanno agito. Eccome, se hanno agito. Ma non diano a bere la storia della legislazione del lavoro Italiana. Fa schifo, sono d'accordo, ma stavolta non c'entra nulla, ha solo la colpa per aver dato il destro ad un disimpegno di lunga portata volto alla riduzione dei siti italiani a mero supporto di attività comunque centrate negli Stati Uniti.
Ovviamente, queste sono riflessioni che faccio per quello che ho visto io, che da mesi ormai non sono più dentro Micron. C'è un altro modo di vedere le cose. Lo auguro di cuore ai miei colleghi che sono rimasti: cioè effettuare il taglio forte solo una volta, per poi reinvestire, in maniera più limitata, ma focalizzata. La storia dirà se questa sarà un'ipotesi che Micron vorrà percorrere. Io ho i miei dubbi.
Avessero voluto, hanno avuto 3 anni per valorizzare l'Italia, i manager americani, prima dell'acquisizione di Elpida. Se non l'hanno fatto, significa che non ne avevano intenzione. Di mezzo c'è stato il crollo di Nokia, che ha remato contro (ma secondo me ha solo accelerato gli eventi). Forse un certo protezionismo del nostro management non ha giovato. Ma sono tutte scuse. Anche perché, dietro la grande apertura dell'America delle libertà, si nasconde un sistema iperprotezionistico che mira a salvaguardare in modo assolutamente illiberale e nazionalistico le competenze presenti negli Stati Uniti, prova ne sia un sito di produzione come quello della Virginia, che, in condizioni del tutto "di libera concorrenza" difficilmente avrebbe i numeri per competere con i siti di Singapore e Taiwan.
Quindi, al di là delle contingenze negative, quali possono essere state l'acquisizione di Elpida e la recessione dell'anno scorso del mercato delle DRAM, per l'Italia c'era E C'E' da chiedersi: qual è il trend?
La corrente porta verso un mare placido, un laghetto di latte e miele, o porta verso una rovinosa cascata? Perché se la corrente porta irrimediabilmente verso la cascata, ci possono essere dei sassi che temporaneamente tengono, temporaneamente si può anche risalire, ma nel lungo termine ciò che stabilirà la direzione è il verso della corrente. Quindi, è tempo ORA, SUBITO, da parte del management italiano e soprattutto del Ministero Italiano Smistamenti Esuberi di ANTICIPARE le intenzioni, per evitare un secondo #casomicron.
In definitiva, ricapitolando i 6 punti e dando delle percentuali sulle cause del disastro
1)Lavoratori Italiani non all'altezza: 0%
2)Costo del lavoro eccessivo: 0%
3)Management italiano poco efficace: <15%
4)Opacità Italiana: <10%
5)Rigida legislazione del lavoro: 10% (solo capro espiatorio)
6)Strategie geopolitiche ineluttabili di Micron >65%
Un'azienda che procede per Merger & Acquisition strutturalmente fa una campagna di licenziamenti periodica. In altri paesi la fa senza Art. 18. Noi avevamo l'Art. 18 ed in più eravamo l'anello debole. Le condizioni ideali per calare la mannaia. Per fare un paragone che dia un po' di sorriso laddove non c'è nulla da ridere, l'Italia si è trovata nella posizione di Raimondo Vianello nello storico sketch con Sandra Mondaini "Lei, lui, l'altro" sulle note di "Ed io, tra di voi" di Charles Aznavour. L'Italia (Lui) , in mezzo tra Stati Uniti (Lei) ed Estremo Oriente (L'altro), vede ciò che succede:
"ed io tra di voi, se non parlo mai
ho visto gia' tutto quanto
ed io tra di voi capisco che ormai
la fine di tutto e' qui."
Rimangono alcuni quesiti relativi al "sistema Italia", che voglio condividere con i miei venticinque lettori. La prossima puntata.
(...continua...)
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