È molto interessante la statistica che vede crollare le tessere del PD proprio nel momento in cui raggiunge il suo massimo storico.
Io credo di essere un ottimo esempio di ciò che sta succedendo. Ho votato Bersani turandomi il naso, perché non potevo dare il governo del Paese ad un branco di matti che vanno dai parafascisti ai guerriglieri No-TAV ecc...ecc... Per quanto riguarda Berlusconi, è un parentesi che ho chiuso definitivamente il 31 maggio 2004, in moto sulla Salerno-Reggio Calabria, andando al Mugello. Renzi ľho votato più convintamente, come ultima spiaggia. Ma dieci-quindici anni fa seguivo le vicende di Alleanza Nazionale, il partito che votavo, e buttavo giù dei rospi per ľalleanza con i trogloditi in verde e col satrapo di Arcore. Oggi ho votato PD ma del PD non me ne può fregare di meno. Una goccia del mio sudore per prendere parte al dibattito D'Alema-Bersani vs Renzi io non la dò. Certo, mi fa specie che D'Alema parli ancora di politica dopo aver collezionato il record mondiale di fallimenti, e vendicandosi sottobanco con i 101 dalmati... come quello che di nascosto usa la cerbottana... Però, insomma, sono cavoli loro. E questo è il punto. Cavoli loro: quello che fa il PD, partito che io ho votato, non mi riguarda per nulla. È il distacco totale tra voto partecipato e voto di delega. Il PD ha ricevuto ALMENO metà dei suoi voti come una delega in bianco. Anzi, io ho votato PD proprio perché ho riconosciuto in Renzi quella capacità di distruggere quelľapparato di mummie molto pensanti e nulla facenti. Ma se il PD andasse in rovina, ľunica reazione che avrei è che mi dispiacerebbe che ľultima spiaggia fosse un fallimento.
Io credo di essere un ottimo esempio di ciò che sta succedendo. Ho votato Bersani turandomi il naso, perché non potevo dare il governo del Paese ad un branco di matti che vanno dai parafascisti ai guerriglieri No-TAV ecc...ecc... Per quanto riguarda Berlusconi, è un parentesi che ho chiuso definitivamente il 31 maggio 2004, in moto sulla Salerno-Reggio Calabria, andando al Mugello. Renzi ľho votato più convintamente, come ultima spiaggia. Ma dieci-quindici anni fa seguivo le vicende di Alleanza Nazionale, il partito che votavo, e buttavo giù dei rospi per ľalleanza con i trogloditi in verde e col satrapo di Arcore. Oggi ho votato PD ma del PD non me ne può fregare di meno. Una goccia del mio sudore per prendere parte al dibattito D'Alema-Bersani vs Renzi io non la dò. Certo, mi fa specie che D'Alema parli ancora di politica dopo aver collezionato il record mondiale di fallimenti, e vendicandosi sottobanco con i 101 dalmati... come quello che di nascosto usa la cerbottana... Però, insomma, sono cavoli loro. E questo è il punto. Cavoli loro: quello che fa il PD, partito che io ho votato, non mi riguarda per nulla. È il distacco totale tra voto partecipato e voto di delega. Il PD ha ricevuto ALMENO metà dei suoi voti come una delega in bianco. Anzi, io ho votato PD proprio perché ho riconosciuto in Renzi quella capacità di distruggere quelľapparato di mummie molto pensanti e nulla facenti. Ma se il PD andasse in rovina, ľunica reazione che avrei è che mi dispiacerebbe che ľultima spiaggia fosse un fallimento.
È il contrario della partecipazione. La delega. È un voto di ignavia, tutto sommato. Non interessano le idee, vediamo se questo bulletto di Firenze ce la fa. Questo tipo di voto ha pervaso la nostra società almeno da 20 anni, da quando cioè abbiamo dato fiducia ad un miliardario. Bersani -che ritengo il politico migliore in assoluto di questo ventennio- rivendica la centralità delle idee. Ha un concetto della politica molto alto. Peccato che poi sia stato piccionato da 101 frondisti. È subentrato un giovinotto con pochissime idee, ma ben esposte, e non solo ha fatto fuori tutto ľestablishment, ma tiene sotto scacco gente che lo vorrebbe morto, ma che sa che alle prossime elezioni non siederà alla camera ed ha necessità del vitalizio.
La politica è fatta anche di queste bassezze. Quanti Razzi ci sono nel PD. Ma non mi interessa. A me interessa solo quello che sa fare Renzi.
Ha ragione Bersani ad preoccuparsi della ditta. Un partito siffatto, tolto il suo leader, o si trova un altro D'Artagnan, o sprofonda di nuovo al 20%. Vedasi Forza Italia. Che esista o meno, è secondario. A chi importa che la Pascale vada al gay pride? È un problema? No, il problema è solo se esiste Berlusconi o se uno dei figli prende il posto. E difatti non arrivano al 20%. Praticamente vaporizzati, in ragione di quanto smalto e forza ha perso -per cause giudiziarie e natural-anagrafiche- il leader.
La situazione di crisi in cui viviamo toglie ossigeno ai cittadini, non solo economicamente, ma anche al cervello. Stiamo per affogare e vogliamo risposte subito. Il primo che ci dice "Io ho le risposte" per noi va bene e gli diamo la delega.
Ma non lo chiamerei "voto". Il voto sarebbe una cosa più seria. È più un biglietto di circo che acquistiamo in cabina elettorale, dando i soldi a chi meglio sa dire "venghino, Siori, venghino". Tutto il contrario del voto di idee.
Anche per questo vorrei il ritorno al proporzionale.
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