La rivoluzione nei metodi che Papa Francesco ha imposto al Vaticano è stata straordinaria. È sotto gli occhi di tutti, e nessuna persona che non sia in malafede può negare la differenza col passato. Questo richiamo alla Chiesa che puzzava di chiuso, il richiamo ai sacerdoti ed a tutti i cristiani di andare "alle periferie del mondo", di sporcarsi le mani, di aiutare i poveri, è fatto con costanza e con un ottimo esempio. Insomma, non gli si può proprio dire "da che pulpito viene la predica, perché è un pulpito degnissimo.
Se i Cardinali cercavano, in altre parole, di smantellare attraverso un'elezione la parte sclerotizzata della Curia Romana, ci sono riusciti. Fuori di dubbio.
Se i Cardinali cercavano, in altre parole, di smantellare attraverso un'elezione la parte sclerotizzata della Curia Romana, ci sono riusciti. Fuori di dubbio.
Se la Chiesa deve espandersi ed aprirsi al mondo, Papa Francesco è la persona giusta. Sa comunicare con forza il messaggio essenziale della Chiesa, che è e rimane l'amore di Dio e la sua misericordia nei confronti dei suoi figli. La "carezza del Nazareno", che ha citato più volte, è una bellissima immagine con cui Papa Francesco fa capire che Cristo è un amico, un sostegno, un consolatore.
Ma ci sono alcuni aspetti di Papa Francesco che mi preoccupano parecchio. Non sulla sua dottrina, ma su come certe sue affermazioni possono subire un "trattamento Scalfari", insomma, una mediatizzazione, generalmente di sinistra, per cui si dica -lo esprimo brutalmente- "finalmente abbiamo un Papa dalla nostra parte, uno che è dalla parte dei poveri, e che ammette che la verità non esiste e che Dio è ciò che ci costruiamo noi con la nostra sensibilità".
Un dio "alla Scalfari", un dio "de noantri", un dio del "volemose bbene e lasciamo perdere 'ste fesserie della divinità di Cristo, della morte e resurrezione, della verginità della Madonna, 'ste cose da vecchine ignoranti e rincretinite".
In altre parole, l'approccio di Papa Francesco, che tende ad essere "inclusivista" (non credo sia "aperturista"... la formazione gesuitica di Papa Francesco è ben rigorosa), si presta ad equivoci su cose che per la Chiesa sono essenziali.
La Chiesa non può dire "alla Scalfari", che "Dio è essenzialmente la nostra coscienza", perché nulla è più falso per la Chiesa, che invece ha l'essenza su Dio rivelato da Cristo. E che, qualsiasi cosa succeda nel mondo, è vincolata a preservare e tramandare la Verità, che è quella scritta nei Vangeli di Cristo, e tramandata dai Padri della Chiesa, a cominciare da San Paolo, che non è che ci andasse tenero con chi, per piacere agli uomini, rinnegasse Cristo.
Quando Papa Francesco parla dell'unione di tutti i cristiani, va benissimo tutto, ma se arriviamo a domande essenziali, del tipo "lì nell'ostia e nel calice, nel momento della consacrazione, è contenuto VERAMENTE il corpo ed il sangue di Cristo?" l'unità dei cristiani è solida come l'unità del Partito Democratico.
D'altra parte, se -non credo che avverrà mai- Papa Francesco si pronunciasse nel 2015 ex Cathedra su queste cose essenziali smantellando alla radice 2000 anni di Magistero, verrebbe meno ad un dovere essenziale di preservare il depositum fidei, che proclama la Verità di Dio nella persona di Cristo, e non nella coscienza di Scalfari o Mancuso.
Insomma, a differenza di Renzi, che può fare del PD quello che vuole, tanto che solo un fesso oggi può dire che il PD è di sinistra, un Papa non può fare della Chiesa ciò che vuole, pena lo stravolgimento delle ragioni stesse dell'esistenza della Chiesa.
Se uno decide che in un campo di calcio non si gioca più col pallone ma con una pallina di 7 cm, non con i piedi ma con una racchetta, inoltre non in 110 x 70m, ma in un campo di 9x18, quello non è più calcio, ma tennis.
Ho tutti i dubbi di Antonio Socci, sull'argomento. Ma ho anche la fede che il Papa sia quello giusto, comunque.
Onestamente, con Benedetto XVI avevo meno dubbi.
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