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Wednesday, January 7, 2015

INTEGRALISMO E TOLLERANZA

Questo post è stato scritto quasi interamente (tranne la citazione del link di Antonio Iannizzotto) PRIMA della strage di Parigi. Ci stavo lavorando, ma a questo punto lo pubblico così, dopo che alcuni post di amici di Facebook fanno un po' sorridere perché di fatto chiedono di combattere l'intolleranza che deriva da tutti i monoteismi. Il che è senza alcun dubbio una forma di intolleranza.

Tornerò su questo post in seguito, per completarlo. Così è chiaramente incompleto.

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Ľaccusa che più spesso viene mossa a noi cattolici è ľintolleranza. La Chiesa predica ľintolleranza, nel nome di Dio sono stati fatti i peggiori misfatti e crimini dell'umanità, e così via.
Consiglierei sempre moderazione nei giudizi, perché è vero che nel nome di Dio e di Gesù in particolare, IN PASSATO, IN UN PASSATO REMOTO, si è combattuto e si è ucciso, ma per esempio abbiamo nel secolo scorso i peggiori crimini della storia dell'umanità sono stati perpetrati da regimi che di base avevano la negazione di Dio e di Cristo: comunismo e nazismo.
Negli ultimi secoli si è assistito ad un progressivo avanzamento del relativismo etico, che erge il suo vessillo in una parola di fronte alla quale tutte le menti illuminate porgono gli onori: la "tolleranza".
Io che, essendo un cattolico, sono per definizione non illuminato, ma oscurantista, ed un poco ottuso di mente, diffido di questa parola: "tolleranza". È come il frutto proibito delľeden: mangiatene e diventerete come Lui. Poi si mangia il frutto e casca ľasino.
Fino a quando non si declina esattamente il concetto di "tolleranza", io me ne tengo volentieri abbastanza lontano. Soprattutto, mi tengo lontano dal concetto di tolleranza che si sta sviluppando in Occidente ultimamente, che ha creato figli pericolosissimi, come quel relativismo etico per cui un'idea vale un'altra. Ed il paradosso è che il progenitore di questa deriva pericolosissima è quelľilluminismo che metteva al centro di tutto la ragione. Il relativismo, figlio degenere delľilluminismo, appiattendo ogni idea esautora la ragione di ogni ruolo e significato. Il relativismo in tal senso, lo considero un figlio ingrato delľilluminismo. O addirittura un parricida.
La domanda che sulla tolleranza mi fa storcere il naso è la seguente: posso io tollerare gli intolleranti? Posso essere tollerante con un tagliagole che vuole imporre, pena la decapitazione, ľIslam come unico stile di vita? È evidente che, alľatto pratico, la tolleranza è una fesseria, perché se noi Occidentali avessimo non alle porte, ma dentro casa i guerriglieri islamici, reagiremmo con poca tolleranza.
Quindi, ci troviamo di fronte ad una scelta che purtroppo mette la tolleranza contro la ragione. Ed io personalmente preferisco essere considerato intollerante, piuttosto che fesso.
Quindi, in prima battuta, la tolleranza è un concetto logicamente eterologo. Come la libertà. Questo è il motivo per cui amici molto acuti come Antonio Iannizzotto postano una nota molto interessante, 


la quale manca totalmente di conclusione. Ma non per mancanza dell'amico Antonio. Perché la conclusione logica non c'è. Ľapplicazione rigorosa della tolleranza porta al prevalere delľintolleranza. Ad un musulmano con la bandiera nera che mi dice "io ho come scopo nella vita quello di farti fuori, perché infedele", io che sono tollerante rispondo "fiat mihi secundum verbum tuum".
È chiaro che non può essere così. Perché è proprio questo modo di agire che può provocare le future catastrofi planetarie. Le più grandi sciagure delľumanità non si sono sviluppate a causa delle religioni, ma a causa delľassenza di scontri di idee, perché una era dominante. Così è stato con il Nazismo, così è stato con il Comunismo, così è ora con il terribile dominus dei nostri giorni, il capitalismo che si basa sulla legge del mercato. Il fatto che non ci sia un contraltare credibile alľeconomia di mercato, provocherà, fino a quando non verrà messo seriamente in discussione, dolore e sofferenze enormi a centinaia di milioni di persone, proprio a quelle più evolute, a noi occidentali, che abbiamo progressivamente messo da parte comunismo, nazismo, religione, e ci stiamo ritrovando ad idolatrare ľunico dio rimasto di cui si può parlare pubblicamente: i soldi, nelle declinazioni del dio uno e quattrino: deficit, PIL, debito pubblico, interessi sul debito pubblico.
Io credo che invece non sia la tolleranza la chiave della vita felice, ma proprio lo scontro di idee...

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