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Thursday, September 9, 2021

L'AFFONDAMENTO DELLA REGIA NAVE ROMA

A 78 anni esatti dal tragico evento, ricordiamo una delle tragedie più grandi della Storia d'Italia. L'affondamento della Regia Nave "Roma", il 9 settembre 1943.

Riporto qui quanto scritto da mio figlio Francesco Carlo nella sua tesina di scuola media (col suo consenso).

Buona lettura.

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ai 1393 caduti dell’affondamento della “Roma” ed ai 628 superstiti, tra i quali il mio bisnonno, Francesco Castiglione

 

INTRODUZIONE

La sera dell’8 settembre 1943 venne annunciata alla radio dal Capo del Governo, Generale Badoglio, la firma dell’Armistizio di Cassibile (SR) con cui l’Italia si arrendeva alle forze Anglo-Americane. Le Forze Armate si impegnavano ad usare le armi solo se attaccate.

Poche ore dopo si scatenò la rappresaglia tedesca contro gli Italiani.

Gran parte della Flotta Navale, una quindicina di unità, di stanza a La Spezia, di notte salpò, diretta verso Sud, per far attraccare le navi in un porto indicato dagli Anglo-Americani. A capo della flotta c’era l’ammiraglio di divisione Carlo Bergamini, Capo delle Forze Navali da Battaglia della Regia Marina, che prese posto nella “plancia ammiraglio” della Regia Nave Roma[1], la nave ammiraglia della flotta.

La Regia Nave Roma non arrivò mai a destinazione. All’altezza delle Bocche di Bonifacio, tra Corsica e Sardegna, la flotta venne attaccata dai Tedeschi, e la “Roma” venne colpita da una bomba, che causò una tremenda deflagrazione che spaccò in due la nave. In pochi minuti la “Roma” affondò. Fu una delle più grandi tragedie della storia della Marina Italiana. 1393 membri dell’equipaggio, tra cui l’Ammiraglio Bergamini ed il Comandante della “Roma”, il Capitano di Vascello Adone Del Cima, morirono, e 628 si salvarono.

Questa è la ricostruzione dettagliata degli eventi che vanno dall’annuncio dell’armistizio di Cassibile, che venne annunciato agli Americani dal Presidente Roosevelt.

 

L’ANTEFATTO: “IL PROCLAMA BADOGLIO”

«Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.

Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»[2]

 

Con queste parole il Generale Pietro Badoglio, Capo del Governo da poco più di un mese, annunciò la resa dell’Italia alle forze Anglo-Americane e l’armistizio di Cassibile.

L’annuncio di Badoglio venne accolto dalla popolazione con gioia, perché si pensava che la guerra fosse finita.

In realtà questo fu l’inizio di una serie di eventi tragici per le Forze Armate, che si trovarono, dopo la fuga del Re Vittorio Emanuele III dalla città di Roma assediata dai Tedeschi, senza una linea di comando, sotto i colpi della reazione delle forze armate naziste.

L’affondamento della Regia Nave Roma e l’eccidio di Cefalonia furono gli eventi più tragici di questo periodo.

 

L’8 SETTEMBRE

L’8 settembre 1943 nel porto di La Spezia erano presenti le migliori unità della Flotta Italiana, comprese le tre corazzate della classe “Littorio”: “Vittorio Veneto”, “Italia” e “Roma”.

Il Comandante in Capo delle Forze Navali di Battaglia, Carlo Bergamini, rientrò da Roma, dove aveva partecipato a varie riunioni con i vertici militari italiani.

Gli Anglo-Americani avanzavano nella conquista del Sud Italia, ed erano pronti a sbarcare a Salerno con la flotta.

Bergamini, in queste riunioni, aveva avuto l’ordine di contrastare l’attacco alleato.

Incredibilmente, ne’ Bergamini, ne’ Raffaele de Courten, suo superiore, Ministro e Capo di Stato Maggiore della Marina, erano al corrente del fatto che l’armistizio era già stato firmato con il Generale Dwight Eisenhower, Capo delle Forze Alleate nel Mediterraneo, ben cinque giorni prima, il 3 settembre.

Bergamini era consapevole che la sfida contro le forze navali Anglo-Americane fosse un’impresa disperata; tuttavia rassicurò De Courten che gli uomini erano pronti a combattere fino alla fine per infliggere al nemico gravi perdite.

Il Re ed il Capo del Governo avevano chiesto agli Anglo-Americani di attendere qualche giorno prima di annunciare l’armistizio.

De Courten, nell’incertezza di quei giorni, decise autonomamente di annullare la missione a Salerno e di spostare tutta la flotta all’isola della Maddalena, in Sardegna, ed eventualmente predisporne l’auto-affondamento.

Alle 18:00 il Re convocò i Capi di Stato Maggiore e comunicò loro che l’armistizio era già stato firmato.

Alle 18:30 Eisenhower diede la notizia dell’armistizio su Radio Algeri.

Alle 19:45 venne diffuso a tutti gli Italiani il proclama Badoglio.

Bergamini aveva già saputo dell’armistizio dal discorso di Eisenhower. Dalle 20:30 alle 21:00 ci fu un duro confronto tra Bergamini e de Courten, in cui Bergamini chiese di essere sollevato dal suo incarico, interpretando il fatto di non essere stato informato come mancanza di fiducia nei propri confronti.

De Courten convinse Bergamini a rimanere in carica, per il bene della Patria.

Alle 22:00 Bergamini convocò gli Ufficiali di Stato Maggiore, ordinò di far sbarcare tutti i Tedeschi dalle navi, e chiese ai propri ufficiali il sacrificio dell’obbedienza.

 

IL 9 SETTEMBRE

Alle 2:30 la flotta uscì da La Spezia e fece rotta verso Capo Corsica. La flotta era composta da unità di naviglio leggero e dalle navi che scortavano le tre corazzate, l’Italia, la Vittorio Veneto e la Roma.

Occorre sottolineare la totale disorganizzazione e la mancanza di una linea di comando italiano all’indomani dell’armistizio.

Bergamini sapeva che doveva far salpare la flotta per condurla verso la Maddalena, ed eventualmente predisporre l’auto-affondamento. Non sapeva però che aveva violato due clausole dell’armistizio. La prima, che non avrebbe dovuto portare le navi in un porto italiano, ma in un porto indicato dagli Anglo-Americani; la seconda, che avrebbe dovuto far issare nel pennone di tutte le navi il segnale di resa della flotta, un pennello nero, e che ciascuna nave avesse dipinti sulla tolda due grossi cerchi neri, segno, appunto, di resa, facilmente individuabile dagli aerei.

Alle 6:15 si unirono alla flotta tre incrociatori provenienti da Genova, e la navigazione proseguì a Ponente della Corsica.

Bisogna precisare che per un militare sarebbe stato un disonore consegnare le navi al nemico, che comunque, in quel momento, era un invasore. Meglio sarebbe stato morire combattendo, o autoaffondare la flotta. Di questo erano ben consapevoli anche gli Anglo-Americani.

Alle ore 8:40 si unirono alla flotta quattro torpediniere.

Alle 9:00 la flotta si diresse verso Sud e diminuì la velocità.

Alle 9:41 le navi vennero avvistate da un ricognitore tedesco.

Alle 10:30 vi fu un avvistamento di un aereo tedesco e scattò l’allarme. Vennero richiesti aerei di supporto difensivo, ma solo quattro erano a disposizione; a questi non venne comunicato che la flotta stava attraversando la Corsica da Ponente. Di conseguenza, gli aerei perlustrarono la zona tra Corsica e Toscana e non intervennero a difesa della flotta.

Alle 10:56 venne avvistato un aereo inglese. Alcune unità della flotta istintivamente aprirono il fuoco.

Alle 11:00 Bergamini ordinò "Non dico non fate fuoco contro velivoli riconosciuti Inglesi o Americani".

Alle 12:15 la formazione virò di 45 gradi verso est e fece rotta verso le Bocche di Bonifacio.

Nel frattempo il Re fuggì, si imbarcò a Pescara in una nave diretta a Brindisi. Le milizie tedesche cinsero d’assedio la città di Roma. Le forze armate di terra erano nel caos più totale, più della Marina. Non avendo ne’ ordini ne’ comandanti, ovunque le milizie italiane si preparavano ad essere sopraffatte dai Tedeschi. Si creavano le basi per tragedie immani, come quella dell’isola di Cefalonia, dove migliaia di soldati italiani vennero torturati ed uccisi dalla vendetta tedesca.

Alle 13:00, mentre Bergamini faceva rotta con tutta la flotta verso la Maddalena, quest’ultima venne occupata dai Tedeschi. Bergamini ricevette il messaggio solo alle 14:24.

Il messaggio da Supermarina al Comandante delle Forze Navali di Battaglia  fu urgentissimo: “Ordine di invertire la rotta e di puntare su Bona dalle 13:45” Bergamini ricevette finalmente l’ordine di portare le navi in un porto indicato dagli Anglo-Americani, a Bona, in Algeria, secondo le clausole dell’Armistizio di Cassibile.

La flotta dovette fare inversione di 180 gradi e dirigersi verso Bona passando da Punta Scorno. La Roma fu affondata a 18 miglia da Punta Scorno. Alle 14:50 i Tedeschi avevano dato ordine d’attaccare la flotta italiana.

 

                                      Mappa del tragitto della Flotta italiana, 9 settembre 1943

 

Per la prima volta avrebbero utilizzato la FV1400, cosiddetta “Fritz”, una bomba radiotelecomandata. Questo particolare è fondamentale perché spiega il mancato uso della contraerea italiana. I militari italiani avevano valutato che non sarebbero stati attaccati perché gli aerei tedeschi passavano troppo verticalmente rispetto alla traiettoria di una bomba in caduta libera.

Alle 15:15 fu avvistata una formazione di aerei tedeschi e suonò l’allarme.

Alle 15:40 circa cominciò l’attacco.

Alle 15:47 la “Roma” venne colpita tra i due complessi da 90 mm. La bomba trapassò lo scafo ed esplose in mare. Alle 15:52 una seconda bomba colpì la nave vicino al torrione di comando, perforò il ponte corazzato e scoppiò nel locale motrice di prua. La torre numero 2 venne sbalzata e buttata in mare. In quell’istante morirono Bergamini, Del Cima e gli Ufficiali di Stato Maggiore. Le fiamme raggiunsero il deposito di munizioni facendo saltare la santabarbara. Si formò una colonna di fumo e fiamme alta circa 1500 metri. 

 

                                   Disegno copia di una famosa foto raffigurante gli ultimi istanti della "Roma"


La Roma, in pochi istanti, sbandò vistosamente, si capovolse, e per effetto del calore sviluppato al centro, si spezzò in due tronconi, affondando in pochi minuti. Morirono in 1393, 628 si salvarono e vennero recuperati dalle navi vicine e portati in Spagna, a Port Mahon, nelle Isole Baleari. Il resto della flotta si diresse verso Bona. Il comando venne preso dall’ammiraglio Oliva, nell’incrociatore “Eugenio di Savoia”.

 

IL 10 SETTEMBRE

Alle 4:49, dal comando di Supermarina, viene inviato a tutti il seguente messaggio:

“Appena possibile e prima entrare in porto comunicate ad equipaggi ordine S.M. il Rè (alt) eseguire lealmente clausole armistizio che escludono cessioni in navi a stranieri e contemplano sua vigilanza a bordo (alt) Con leale esecuzioni ordine Marina renderà Paese altissimo servizio (alt) Mantenere contegno dignitoso e riservato nella sventura (alt) dirigiamo su Bona (alt) Siano dipinti cerchi distintivo neutrale sui ponti (alt) Alzare grande pennello nero at incontro con navi Anglosassoni.”

 

APPENDICE: LETTERA DI ADONE DEL CIMA ALLA MADRE

Consapevole della probabile morte imminente, Adone Del Cima, Capitano di Vascello e Comandante della Regia Nave Roma, scrisse poche ore prima dell'affondamento della nave, questa toccante lettera alla madre:

 

  Bordo Roma 8 settembre 1943. 

Mia Mamma adorata, se giungendovi questo mio scritto qualche cosa mi fosse accaduto, pensate che il mio ultimo pensiero è stato per la mia Patria e per voi che ho adorato più di me stesso. La storia giudicherà gli avvenimenti e comprenderà le nostre sorti. Baciatemi tutti ed in particolare Romana e Violetta che tanto ho in mente. Con la mia Marina cui tutte le energie ho donato. Alle care sorelle ed a voi lascio quel poco che posseggo sotto la guida dei cari Tonino e Gino. Perdonatemi e beneditemi. Vi abbraccio e bacio con infinita dolcezza. Adone.


Sunday, April 12, 2020

CRISTO E' RISORTO

SOTTOTITOLO: CERCHIAMO DI FAR RISORGERE IL NOSTRO CERVELLO

Uno dei cancri più terribili che affligge l'umanità connessa in rete è la diffusione di notizie false che creano allarmismi sfruttando l'ignoranza della gente. L'ignoranza è una brutta bestia. Porta le persone incompetenti in un certo settore a trarre delle conclusioni affrettate e prive di fondamento logico-cognitivo.
Può capitare a tutti. Certamente sarà capitato a me su facebook. Molto più probabilmente divulgando notizie o facendo affermazioni su un settore sul quale non sono competente (penso giurisprudenza). Però non escludo di avere sbagliato divulgando notizie o facendo affermazioni nei settori in cui ho più competenza (fisica, anche se mi considero analfabeta di ritorno) e microelettronica, che è il mio  settore. Ma non posso escludere di aver scritto castronerie immonde anche in questi settori.

Quando si scrive un post, si mette in rete un virus, che attacca il cervello di chi legge. Il cervello di chi legge può avere gli anticorpi (leggi: "saggezza") per discernere sempre e comunque quello che si legge, e dire "ne sono convinto", o, più seriamente, "è vero/è falso". Diffondere un'opinione è una cosa. Diffondere un'affermazione, spacciandola per scientifica, è un'altra cosa.
Nel primo caso, dire ad esempio che Salvini è un politico subdolo che usa metodi da sciacallo per acchiappare voti, è un'opinione (che io ho), e non perdo occasione per mostrarlo. Dire che il 5G è la causa del Coronavirus nel mondo SENZA SUFFRAGARE QUEST'AFFERMAZIONE CON PROVE INOPPUGNABILI, dal mio punto di vista configura un reato. Quanto meno di istigazione a delinquere, visto che sono state bruciate delle antenne del 5G. Siamo alla follia.

Allora, in questa domenica di Pasqua, ho deciso di trascorrere un paio di orette a "costruire" una bufala. Era un qualcosa che pensavo da tempo. Oggi ho raccolto un po' di dati, e ve li sottopongo.

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AIDS? UN COMPLOTTO AMERICANO

Tutti noi ricordiamo la pandemia di AIDS diffusasi negli anni 80 ed all'inizio degli anni '90. Quello che non vi diranno mai è cosa c'è dietro. Dietro c'è l'azione della CIA, che ha usato un potentissimo braccio armato, quello della microelettronica dell'industria di punta, la INTEL, per diffondere il virus come sistema di controllo nascite.
Analizziamo i fatti.
Nel 1971, un fisico Italiano, Federico Faggin, si rende complice di una dei più gravi attentati della storia dell'umanità recente. Una bomba elettromagnetica chiamata "processore". Nel 1971 esce il processore Intel 4004. Potenza di calcolo 750 mila Hertz. La CIA comprende le potenzialità di questo oggetto, di trasmettere anche onde elettromagnetiche, e chiede ad Intel di proseguire questi sforzi, ai fini di aumentare la frequenza di lavoro e la potenza di trasmissione di onde elettromagnetiche "nocive".
Nei primi anni non vi furono grossi risultati, ma Intel assicurò che entro un decennio il processore avrebbe spiegato i suoi effetti nell'umanità, sotto forma di un virus mortale. Gli sforzi fatti da Intel furono enormi, ovviamente finanziati dalla CIA. Il risultato è riassunto in questo grafico.


Dai 750 mila Hertz del 4004, si è passati ai 300 milioni di Hertz del 1996.

A partire dal 1980, gli effetti dei microprocessori sull'AIDS hanno dato i loro frutti. Guardate infatti come l'epidemia si è diffusa.


Oltretutto negli anni è stata trovata anche un buon criterio per aumentare l'efficacia, e cioè la dimensione del transistor più piccolo. Più è piccolo il transistor, maggiore era la potenza di calcolo. Ecco come si è evoluto il transistor più piccolo negli anni.

La correlazione è impressionante, e prova che la causa della diffusione dell'AIDS è l'aumentata potenza di calcolo dei processori Intel.
Ecco il grafico che inchioda il problema.
E' la prova che non vi diranno mai. Guardate come sono correlati i due dati. Come si spiega? Non ve lo diranno mai. Poi, ovviamente, la selezione naturale e l'adattamento degli individui alle radiazioni hanno contenuto il numero di morti di AIDS.

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I dati che ho citato in questo scritto che proverebbe la legge che lega la potenza di calcolo di Intel con la diffusione dell'AIDS nel mondo sono assolutamente veri. Tutti questi grafici sono VERI. Quello che il metodo scientifico non accetta è che da una semplice correlazione numerica derivi necessariamente una legge. E' il famoso "SE E SOLO SE". Io trovo una correlazione, devo PROVARE che quella correlazione è una legge. "SE E SOLO SE". E quindi devo eseguire degli esperimenti. "SE" quello che dico io è vero, si deve verificare SEMPRE. Ma diventa legge "SOLO SE" quello che dico io provoca la correlazione. Se qualcos'altro può spiegare ques'andamento, io NON HO ANCORA PROVATO NULLA, a differenza di quello che ho scritto. Ad esempio, i rapporti sessuali non protetti, potrebbero essere una causa di diffusione dell'AIDS, esattamente come la potenza di calcolo del processore INTEL. Se io riesco a ridurre i rapporti non protetti, con l'uso del preservativo, posso agire sulla diffusione dell'AIDS. E se io aumento in maniera esponenziale la potenza di calcolo del processore (cosa che è avvenuta dal 1971 ad oggi) ma i casi di AIDS non aumentano più, quello che c'è scritto sopra non è altro che un cumulo di fesserie.

E quello che ho scritto sopra è un cumulo di fesserie, di fake news generate "ad arte". Io posso solo dire, con l'arroganza tipica degli ignoranti, che "I DATI SONO VERI E NESSUNO RIESCE A SPIEGARLO". I dati sono veri, ma sono IO che devo spiegare il nesso.

Ah, giusto per la cronaca, quello scritto sopra è un cumulo di fesserie, tranne il primo ed il terzo grafico, della diminuzione del transistore minimo negli anni. Questa è una delle corse dell'intelletto umano più esaltanti della nostra storia recente. E' stata condotta da Intel, e tutti noi, ST, SAMSUNG, MICRON, HYNIX, siamo andati dietro ed andiamo ancora dietro a questa corsa folle ed esaltante. Si chiama "scaling tecnologico". Fare cose sempre più piccole, per farle costare di meno, a chi produce, ed a chi compra, e migliorare le capacità di calcolo e funzionalità. E' il progresso umano, toccato con mano.
E per fare questo, non bisogna sparare correlazioni tipo vaccini ed autismo, scie chimiche, 5G e Covid. E' una cosa infinitamente più seria, selettiva, rigorosa.  E' "SE E SOLO SE". "OCCORRE E BASTA". "IMPLICA E COIMPLICA".

Si chiama "metodo scientifico".

E' stato alla base di tutta la mia vita di studente, prima, di lavoratore, ora. E non posso sopportare di vederlo stuprato da imbecilli (pagati?) che dicono idiozie, e da ignoranti che queste idiozie divulgano.

Se vi dovessi chiedere di leggere quelle righe che ho scritto, come esempio di bufala, voi cosa direste: "Caspita, è vero?" oppure "Cosa diavolo c'entra?"

Se rispondeste "Caspita, è vero." sareste dei poveri ignoranti, a cui  si può dire pure che l'asino vola. Sareste un cervello senza anticorpi a questo tipo di virus chiamato "fake news".

Se rispondeste "Cosa cavolo c'entra?", allora chiedetevi come si possano diffondere certi video di idioti che dicono le stesse cose che ho scritto su AIDS ed Intel.

Cristo è risorto. Facciamo risorgere anche il nostro cervello.

Valutiamo. Pensiamo. Non facciamo passare tutto senza il nostro personale crivello mentale. Ne siamo dotati. Sfruttiamolo bene. Se non comprendiamo, cerchiamo di stare zitti.

Buona Pasqua 2020.

Wednesday, April 8, 2020

IN MEMORIA DEL PROF. GIUSEPPE DI ROSA

A distanza di pochi mesi dal Prof. Marino, anche il Prof. Giuseppe Di Rosa (22-1-1930 6-4-2020) ci ha lasciato.
Anche il Prof. Di Rosa, per me, è stato una di quelle persone che segnano per una vita intera.
Esempio di rigore morale assoluto, spesso prendeva posizione in maniera decisa, risultando scomodo, soprattutto a chi, superficialmente, lo accusava di essere esagerato.
Ma ha veramente dato la vita per i suoi alunni. Ricordo sempre che, ogni volta che c'era il compito d'Italiano o di Latino, sistematicamente si presentava il giorno dopo con i compiti corretti. 25 compiti.
Unico. Anche perché correggere i compiti d'Italiano e di Latino non era una passeggiata, come -absit iniuria verbis- la mia adorata matematica, dove se c'è una fesseria, è una fesseria e basta. Il Professore Di Rosa mi spiegò che quando correggeva, soprattutto dall'Italiano in Latino, e per esempio un alunno aveva messo un dativo piuttosto che un genitivo, era suo dovere cercare di capire se in qualche modo quel dativo poteva comunque essere giustificato in quella frase, prima di segnare "matita blu". Il che richiedeva uno sforzo mentale non indifferente, ed un impegno ed una dedizione non comuni. In un pomeriggio, i compiti, di Italiano o di Latino che fossero, erano corretti. Io credevo che fosse per dimostrare l'impegno che egli metteva con noi. Ed io, ragazzo, lo sentivo quest'impegno, e sentivo il dovere di contraccambiare con altrettanto impegno. Ma ho capito che lo faceva anche per un altro motivo: "Se qualcuno rimane indietro, o non ha capito una regola, deve avere quanto più tempo possibile per recuperare". Questo è rigore, disciplina, amore, dedizione. Spesso non contraccambiati da noi alunni.
C'era chi osava pure prenderlo in giro e prenderci in giro, perché ci faceva leggere e tradurre dal latino in Italiano, e poi ci faceva fare i "commentariola", quei piccoli commenti in latino del brano letto. Lo fece per prepararci alle prime due edizioni del "Certamen Latinum Syracusanum", quest'anno arrivato alla XXXIV edizione. Riuscì a piazzare uno tra i primi cinque per due anni, in una competizione ovviamente allora dominata dal Classico "Gargallo".
Ed i versi a memoria di Dante. "Roba d'altri tempi", si diceva. "Metodi arcaici". Ma ancora oggi me li ricordo... "noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto che da la nuova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto", ed è bello ricordarli. Arricchiscono, in un periodo in cui la cultura viene fatta dai video-tutorial, ed il 5G viene visto come causa del CoVid19.
Mi ritengo fortunato di averlo incrociato nel cammino.
Riposi in Pace, caro Prof.

Wednesday, March 18, 2020

Punti contagiosi su una linea

Come vi anticipavo nel post precedente, se un punto di contagio è confinato entro una parte di spazio limitatissima, la legge di contagio non è esponenziale. Scrivevo anche che condizione essenziale per cui l'andamento sia esponenziale, è che il punto di contagio si possa muovere liberamente all'interno dei confini della zona considerata.
Supponiamo quindi di avere una linea, ad esempio lunga due metri. Ed in questa linea si depositino 5000 animaletti piccolissimi. Supponiamo che uno di questi sia infetto, ed ancora una volta, supponiamo che la probabilità di infettare un altro animaletto sia legata inversamente, in qualche modo, alla distanza. Cioè, più si è vicini, più è alta la probabilità di contagio.
Differentemente dal post precedente (ma si può simulare anche come il post precedente) supponiamo che un animaletto malato lo sia per sempre.
Vediamo l'evoluzione.
La posizione degli animaletti, contagiati e no, è assolutamente casuale. Significa che in ogni istante, ciascuno degli animaletti si può trovare ovunque, all'interno della linea di 2 metri.
Ecco quello che succede. La riga di sopra è al tempo 0. Più si scende, più aumenta il tempo, e, ovviamente, il contagio. Ecco una rappresentazione grafica. All'inizio, solo uno è contagiato. Piano piano il contagio aumenta, questa volta veramente esponenzialmente, fino ad un certo punto in cui comincia la saturazione. Alla fine, tutti saranno contagiati.

 Ecco l'andamento dei contagiati, istante per istante.
Nel grafico di sopra, i contagiati per unità di tempo. Nel grafico di sotto, il numero di contagiati totali. Quando si parla di "Inflection point", è il punto del grafico in basso toccato dalla linea rossa. In quel punto, la curva dell'infezione cambia concavità. Dalla concavità verso l'alto, la concavità va verso il basso. Nel nostro grafico, circa a 90. Significa che da 0 a 90, il numero di contagiati per unità di tempo AUMENTA. Nel caso del COVID19 in Italia, se il numero di contagiati di oggi è superiore al numero di contagiati di ieri, significa che siamo ancora a sinistra della curva, tra 0 e 90. Come si vede dal grafico di sopra. Quando arriveremo al famoso "picco" (grafico di sopra), la curva totale comincerà a flettersi. Il numero dei casi registrati, grosso modo, sarà uguale alla metà dei casi che ancora ci dovremo aspettare. (Nel grafico non è esattamente la metà perché è una simulazione, con una certa variabilità. Non è un calcolo.)
Ancora oggi stiamo aspettando il picco.

Che succederebbe se i 5000 animaletti, con uno malato, invece di stare su  una linea di 2 metri, stessero su una linea di 1 metro?
Beh, la risposta è intuitiva. Il contagio è più probabile, e quindi tutti e 5000 gli animaletti verranno contagiati prima. Ed è quello che conferma la simulazione. Il picco viene anticipato, ed è molto più alto.
Ecco il grafico del contagio su una linea di 1000.

Come vedete è più rapido. Sotto il confronto 2000 contro 1000, che mostra come il picco venga anticipato.


 La seconda parte della curva, come dicevo, mostra la saturazione. Ma come facciamo a catalogare la prima parte come "esponenziale"?
Quando parliamo di "andamento lineare" intendiamo dire che, in un certo intervallo di tempo, è costante l'aumento dei casi. Oggi ci sono 5 casi, domani 5 casi, dopodomani 5 casi. Il grafico di sotto, in questo caso, sarebbe una linea retta. Oggi avremo 5 casi totali, domani 10, dopodomani 15. Tra un punto e l'altro è costante LA DIFFERENZA.
Si parla di andamento esponenziale quando tra un punto ed il successivo è costante IL RAPPORTO.
Se oggi ho un caso e domani due, dopodomani saranno 4, tra tre giorni 8, tra quattro giorni 16, e così via. Il rapporto tra due numeri consecutivi è costante (nell'esempio, 2).
Un modo per vedere se il grafico di sotto è esponenziale nella prima fase, è quello di usare sull'asse verticale una scala particolare, detta "logaritmica". Invece dei numeri 1000, 2000, 3000, ad ogni incremento dell'asse verticale corrisponde un fattore 10, quindi avremo 1, 10, 100, 1000. Per quanto abbiamo appena detto, in una scala logaritmica, se l'andamento è esponenziale, il grafico deve venire una linea retta, nella prima parte, prima della saturazione. Ed è quello che effettivamente otteniamo.
Ricordiamo che questo andamento è possibile solo perché gli animaletti infetti si possono muovere liberamente nella linea. Se fossero stati vincolati, come il caso dell'oscillatori esaminato nel post precedente, l'andamento sarebbe stato non esponenziale. Ecco lo stesso andamento mostrato ieri, in scala logaritmica, che fa vedere che il contagio degli oscillatori non è mai esponenziale. A causa del vincolo di posizione. Quindi, vincolo di posizione, non esponenziale. Senza vincolo di posizione, esponenziale.

Praticamente, il decreto del governo ha lo scopo di eliminare quell'andamento esponenziale in uno più "moderato". Più è moderato il trend, con più facilità potrà rispondere il nostro Servizio Sanitario. Continuiamo a stare fuori, liberi? Contribuiamo all'andamento esponenziale. Ce ne stiamo rigorosamente a casa? Contageremo, nel peggiore dei casi, solo chi ci sta accanto. L'andamento non sarà più esponenziale. Che è la cosa più importante, per cominciare a vedere la luce.