Guitars

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Saturday, May 16, 2015

I riflessi di Pavlov.





Avete presente quell'esperimento in cui ad un cane viene dato il cibo dopo il suono di una campanella? Se si ripete la sequenza campanella-->cibo, il cane si abituerà al fatto che dopo la campanella deve arrivare il cibo, e come riflesso inizierà a sbavare, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno il cibo.

Non voglio offendere nessuno, ma voglio essere chiaro. In Italia, è così quasi sempre.
Prendiamo Renzi e la riforma della scuola. La conosco in maniera molto superficiale, non sono qui per criticarla o per lodarla, noto solo che, dal jobsact, alla riforma della scuola, alla riforma della legge elettorale, appena viene annunciato un cambiamento, le persone interessate reagiscono come il cane di Pavlov. Appena c'è la campanella dell'annuncio, subito parte la bava alla bocca "NON E' BUONA". "Così si rovina...." Si rovina il lavoro, nel caso del jobsact, si rovina la scuola nel caso della "buona scuola", rischi per la democrazia, nel caso  della riforma elettorale.

Signori Italiani, miei connazionali, insegnanti, lavoratori, costituzionalisti, ficcatevi bene in testa una cosa: QUANDO SI CAMBIA, CI SONO SEMPRE DEI RISCHI. Le persone che hanno avuto successo nella vita, da che mondo è mondo, sono quelle che hanno rischiato. Gli Italiani siamo così. Preferiamo morire asfissiati nei miasmi del letame in cui siamo, ma MAI cercare di cambiare. Porca miseria, tre cose ha voluto fare Renzi: la riforma elettorale, il jobs act, e la riforma della scuola. Tutt'e tre sono "pessime". Rischi per questo, rischi per quello.

E su tutto, garanti della fogna nella quale siamo piombati, si ergono i sindacati. I difensori dello status quo. Anche se lo status quo è insostenibile. Centinaia di migliaia di precari nella scuola, una disoccupazione giunta al 13%, disoccupazione giovanile al 40 e passa percento, eppure "ci sono dei rischi gravissimi in questa riforma" lavoro o scuola poco importa. E' un cambiamento, e quindi va combattuto. L'Italiano medio è così. L'Italiano medio è il Siciliano che pensa "megghiu 'u tintu canusciutu ca 'u bbonu a canusciri".

Sulla scuola in particolare, mi sembra di capire che con i Presidi onnipotenti si viola un principio sacro ed inviolabile, come l'insindacabilità dei metodi didattico-educativi dei docenti. I quali verrebbero pure giudicati.

Mamma mia che affronto. Perché io devo essere giudicato ogni anno sul mio lavoro, ed i docenti che hanno in mano il futuro dei nostri figli, non devono poter subire un "amico, così non va bene!" da parte di nessuno?

Non entro nel merito delle contestazioni. Alcune saranno pure ragionevoli, non ho elementi per dirlo. La conoscenza che ho della scuola risale ad una trentina di anni fa. Mi limito solo ad alcune osservazioni di carattere generale:

1)Le persone (i docenti, i sindacati, i costituzionalisti) che tendono in modo pavloviano a bloccare tutto "a prescindere" sono le stesse che poi pretendono dal governo "ricerca ed innovazione". Ma anche se il governo fosse fatto da illuminati, chi sono le persone che devono "ricercare ed innovare", le stesse che appena si cambia una iota si stracciano le vesti ed alzano le barricate?

2)Tutte le categorie italiane, professori, lavoratori, parlamentari,  sono composte da persone validissime e da persone fannullone. Sono pronto a scommettere che i fannulloni sono in prima fila per questo genere di scioperi (Non ho detto che li fanno solo loro, ma che loro sono in prima fila). Perché lo status quo evidentemente conviene alle nullità. Beh, se c'è qualcuno che cerca di cambiare uno status quo che difende le nullità dannose (perché questo sono i docenti fannulloni: nullità dannose), io preferisco accollarmi il rischio di qualche errore. E certo non mi schiero con chi parte a tempo zero, lancia in resta, a difendere una situazione indifendibile.

3)Non mi sono piaciuti per nulla il boicottaggio dei test INValSI avallato da certi professori, la minaccia dello sciopero degli scrutini ed altre azioni ridicole; tanto più carogne, perché sfruttano subdolamente coloro che, per definizione, non possono giudicare riforme del genere: gli studenti.

Mille volte meglio accollarsi i rischi sbandierati che sostenere l'insostenibile.

Un consiglio: quando si dice "tanto in Italia non cambia mai nulla", si abbia l'onesta di ammettere che i primi a non voler cambiare non sono i politici, ma siamo noi italiani.

E' quest'immobilismo che ci ha portato nello stato di morte cerebrale del Paese. Sarebbe meglio svegliarsi, anche a costo di sbagliare qualcosa.