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Tuesday, December 11, 2018

TEMA: MEGLIO "GOVERNO ILLUMINATO GRILLINO" CHE "ETNA VALLEY"

SVOLGIMENTO.

Da venti anni sono nel mondo del lavoro nella microelettronica. Da venti anni "orbito", internamente o esternamente, attorno all'ST Microelectronics. Da venti anni abbiamo vissuto accompagnati, lavorativamente parlando, da due espressioni coniate da quel manager geniale che risponde al nome di Pasquale Pistorio.
Pasquale Pistorio ha di fatto creato l'ST moderna, guidandola per 20 anni circa, portandola fino al terzo posto nel mondo per fatturato, nel 2001, se non ricordo male. Una cosa impensabile, fino a 10 anni prima. Ha rilanciato in maniera straordinaria, da Siciliano, il sito di Catania, facendone, verso la fine degli anni '90, un sito di punta per la produzione di memorie, essendo già il sito principale di sviluppo e produzione di prodotti di potenza.
Le due espressioni che Pistorio ha continuato a ripetere, facendone uno slogan anche politico (cavalcato da Romano Prodi, non da Berlusconi), erano: "cervelli a basso costo", ed "Etna Valley". Vediamo di spiegarle meglio, queste due espressioni, sottolineandone luci ed ombre (più ombre, che luci).

Cervelli a basso costo
L'intuizione di Pistorio fu semplice e vincente. Io voglio rilanciare il sito di Catania, e farlo crescere fino a farlo diventare uno dei siti più importanti di ST. Come fare? Semplice, devo portare al board di ST la mia scommessa e far vedere i punti di forza del sito. Il punto di forza principale era evidente. In una realtà lavorativa pressoché deserta, con una buona Università che formava giovani nelle facoltà di Fisica, Chimica ed Ingegneria elettronica, la legge della domanda e dell'offerta era TOTALMENTE SBILANCIATA A FAVORE DELL'OFFERENTE. Di ST. Che poteva permettersi di scegliere giovani laureati con alto o altissimo valore aggiusto, a costi molto contenuti. Il mio primo stipendio del 1998, esattamente 20 anni fa, era di 1.800.000 lire. Dipende dai punti di vista. Per un giovane laureato tedesco, con il PhD, sarebbe stata un'offerta offensiva. Per noi giovani laureati di un tempo a Catania, entrare in ST, per di più nella nascente R&D delle memorie, era un pieno successo, al termine di un percorso di studi. Finisco, ed entro in un'azienda che fa ricerca. Quello che avrei sempre sognato. Tenendo conto che il Dottorato mi dava 1.080.000 lire, senza contributi, avere uno stipendio di quasi il doppio, e per la vita, per me era motivo di gioia, serenità, successo. Cosa mi importava che i miei pari età di Milano non sarebbero mai entrati per meno di 2.000.000, 2.200.000 lire al mese? Per me cominciava una vita nuova. Era un win-win, per l'azienda, che assumeva me, cervello a basso costo, e per me, che entravo in una multinazionale da vanto, unica realtà di così alto livello a Catania.
Oltre a questo, non dobbiamo dimenticare che le condizioni politiche di allora, senza i freni derivanti dalle restrizioni della moneta unica, erano molto più favorevoli, e quindi la stessa Regione Sicilia, come area depressa, favoriva l'assunzione di giovani al Sud, con una detassazione pressoché totale.
Volendo, ora che giovane non sono più, si può obiettare che quell'espressione "cervelli a basso costo", fosse un po' cattiva, poco rispettosa della dignità di un giovane che, se offre un lavoro dall'alto valore, deve essere pagato proporzionalmente. Ma i discorsi sulla qualità dei piatti si fanno nelle famiglie che hanno cibo in abbondanza. Dove il cibo scarseggia, nessuno osa far questioni sulla mortadella messa al posto del prosciutto crudo di Parma. Quindi, va bene cervelli a basso costo.

Etna valley
Veniamo adesso all'altra espressione, più controversa. "Etna valley". Io onestamente ignoro quanto Pistorio sfruttasse quest'espressione, forse se l'è tirata fuori dal cilindro (Pistorio è uno straordinario comunicatore), ed ha fatto sbizzarrire i giornalisti, che con quest'espressione sono andati a nozze. Anche in questo caso il concetto era semplice. Fare della Sicilia un polo tecnologico, partendo dal modello ST Catania, creando una realtà di aziende di microelettronica ed hi-tech che copiasse la mitica "Silicon valley" californiana. Non è una bestemmia prendere degli obiettivi altissimi, anche se apparentemente irrealizzabili. Pistorio parlava dell'aggancio di Intel verso il 2002-2003. Era impossibile, col senno di poi, ma ci credevamo ed il trend nei primi anni andava nel senso giusto. Però se ora uno dicesse "ST deve agganciare e superare Intel", io rispondo "non prendermi per i fondelli". Perché? Semplice, perché mancano completamente le condizioni macroeconomiche per quest'obiettivo. Occorre verificare costantemente se l'obiettivo è serio o meno. Alla fine degli anni '90 sognare un'Etna valley non era un peccato di stupidità. Aprì per un brevissimo periodo la Nokia, che chiuse però rapidamente i battenti. ST si doveva espandere a Catania con il Fab a 12 pollici, che sarebbe stata nettamente la realtà più importante nel panorama Italiano. Furono cose che non avvennero mai. La crisi dopo il 2001 si rivelò molto più forte del previsto. Le assunzioni in ST calarono di botto fino a cessare, dopo il boom della fine degli anni '90. In questo contesto, il paragone con la Silicon Valley Californiana, per chi lo viveva dall'interno, da sogno si è gradualmente trasformato in chimera, incubo, discorso chiuso. Continuare a ripeterlo, da parte dei giornalisti, per chi lo ha vissuto dall'interno, ora suona come una presa in giro, un'offesa all'intelligenza di chi vive la realtà di monopolio di ST (che Dio ce la conservi il più a lungo possibile). Chi percorre la mitica 101 (ONE-O-ONE) si vede per strada Yahoo, Cupertino quindi Apple, Google, Intel.... insomma una miriade di aziende, più decine di colossi di hi-tech, di produzione o di servizi. Il sogno di una simile realtà a Catania doveva creare aziende, posti di lavoro, SCELTA, con conseguente incremento dei salari di noi lavoratori. Nulla di tutto ciò. Continua il monopolio (BENEDETTO MONOPOLIO) di ST. Ma, per favore, ai giornalisti, smettetela di continuare con questa buffonata della Etna Valley. La realtà lavorativa catanese non è quella di una concorrenza in cui il lavoratore ha il coltello dalla parte del manico, ma è quella in cui ST pone rimedio, finché può, ad una desertificazione del lavoro. Se la Fiorentina vuole raggiungere la Juventus, uno può storcere la bocca e dire "vediamo che fanno". Se la gazzetta aretusea continua a dire "obiettivo Juventus" riferendosi al Siracusa calcio, il tifoso medio si sente preso in giro. Figuriamoci un calciatore del Siracusa.
Per favore, BASTA ETNA VALLEY.