Guitars

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Saturday, April 28, 2018

RIP Alfie.

Sarebbe bene che certe cose non fossero solo vessillo dei cattolici. La legge contro l'interruzione della gravidanza è comunque un vulnus che contrasta con i principi naturali. Che cozza con le tre semplici domande: 1)E' lecito ad un essere umano togliere la vita ad un altro essere umano? 2)L'embrione è un essere umano? 3)Se non lo è, quando lo diventa?
L'impossibilità di dare una risposta razionale a queste domande, senza cadere in contraddizione, porta ad una conclusione. La legge che permette l'aborto può essere considerata SOLO SE c'è una minaccia reale alla vita della madre. In quel caso, alla domanda 1 si può rispondere "Sì" (anche se io credo che comunque sarebbe da preferire la vita del nascituro, ma questo è opinabile). In tutti gli altri casi, che poi costituiscono il 99.9% di applicazione della legge, si tratta di una norma DI CONVENIENZA. Solo la Chiesa Cattolica segnala (ovviamente presa a maleparole da tutti i liberali da salotto) l'orrore di una simile norma. Il motivo per cui viene presa a maleparole è ovvio. IL PRINCIPIO è contestato. La vita non si tocca, perché è un dono di Dio. Partendo da questo principio la Chiesa sviluppa un discorso che quindi viene contestato alla radice. Ma in realtà l'aborto è una cosa orrenda (ove non si verifichi il caso di reale pericolo di vita della madre) INDIPENDENTEMENTE dal fatto che la vita sia un dono di Dio o meno. Se infatti l'uomo può decidere sulla vita di un altro uomo, si apre UNA VORAGINE logica che, come un lento scivolamento su un piano inclinato e viscido, porta all'eliminazione di qualsiasi principio etico. Se infatti è CONVENIENTE per le implicazioni sociali e psicologiche che una coppia decida di abortire, può essere CONVENIENTE qualsiasi cosa. Ad esempio, stabilire che un bambino debba morire asfissiato dopo 5 giorni di agonia per decisione di un giudice. Non solo, ma si deve anche affermare il principio per cui uno Stato NON PUO' permettere ad un altro Stato di dire "guarda che io credo che si debba fare diversamente". No. Lo Stato è SOVRANO anche sulla vita dei propri cittadini, che quindi diventano SCHIAVI del loro Stato, AFFIDATARI della loro vita, fino a quando lo Stato decide che non è più possibile prolungare il contratto di affido. Quindi ora molti anche non cattolici si indignano per la morte per asfissia del povero Alfie. Ma dovremmo renderci conto che il baratro è aperto molto prima. E' aperto con l'aborto permesso SALVO QUELLA ECCEZIONE. Lì CONVIENE, per la vita della madre. Qui CONVIENE per motivi economici, e per motivi POLITICI (non si può per relazioni tra Stati alleati). Alla fine potremo essere messi, per CONVENIENZA, come persone da eliminare per mantenere il rapporto Deficit/PIL.
Quando noi cattolici sbraitiamo, talvolta lo facciamo per motivi religiosi, e lì ce le tiriamo addosso. Ma talvolta è per motivi assolutamente razionali, che paradossalmente la società ipertecnologica ed ipertecnica non riesce neanche a considerare. La legge sull'aborto ha scatenato questo abisso. Dire che va rivista scatena il femminismo pavloviano con l'accusa di "oscurantismo". Ma le ragioni di principio sono fortissime. Se si fa una legge per convenienza, TUTTO E' POTENZIALMENTE LECITO. Compreso il far morire per asfissia un bambino. Come ho detto all'inizio, i cattolici non dovremmo essere i soli in questa battaglia.

Monday, April 16, 2018

As time goes by.

Andrebbe accettato lo scorrere del tempo.
Quando avevo 15 anni, d'estate con mio cugino Ignazio, ogni pomeriggio prendevamo una baguette intera (una sessantina di centimetri), facevamo una croce col coltello, un taglio verticale a metà ed un taglio orizzontale, e mettevamo maionese, carciofini, olive, prosciutto, salame, tutto ciò che il frigorifero della nonna Carmelina conteneva di commestibile.
Mangiassi ora quello che mangiavamo allora, la sera avrei acidità fortissima. Lo facessi per 5 giorni di seguito (allora era un mese di seguito, a Verdura), verrei ricoverato in ospedale. In altre parole, non ho la capacità di reggere il ritmo di un tempo. Ho trent'anni di più, nonostante mangi la metà peso una volta e mezza, quasi. Ma allora non avevo un figlio. Quindi, non tutto va verso il peggio. Si tratta di accettare con filosofia che il tempo che trascorre cambia la nostra persona, il nostro corpo, la nostra mente.

Marina, se puoi dillo a papà Silvio.