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Monday, May 19, 2014

La chiusura del #casomicron. Alcune considerazioni. Parte I

Firmando l'accordo Azienda-Sindacati, con qualche pressione da parte del governo su Micron ed ST, che sono le due aziende coinvolte dalla vicenda, i lavoratori hanno fatto una nuova esperienza: il sipario chiuso su  tutto il #casomicron. La protesta dei lavoratori Micron è stata validissima per i motivi tecnici che hanno portato la vicenda all'attenzione dell'opinione pubblica. Certamente, non potevamo fare la differenza sui problemi di carattere sociale. Un ingegnere altamente specializzato che perde il lavoro non è un problema sociale minore di un operaio che perde il lavoro. Quindi, 419 ingegneri che stavano per perdere il lavoro non potevano fare più notizia di 3000 operai della Electrolux,  o di 3500 operai della FIAT di Termini Imerese. Il messaggio che abbiamo voluto far passare, credo con buon successo,  era l'assurdità che professionalità altissimamente qualificate, soprattutto in un settore in espansione e strategico, in Italia potessero perdere il posto di lavoro. Questo messaggio è passato,  abbiamo fatto clamore, in TV, sui giornali, sui Social network. Tutto è andato alla grande. Tutto, tranne una cosa, l'operato del governo ed il conseguente risultato finale. Il governo ha trattato la nostra vertenza come se fosse una vertenza qualsiasi, e non una vertenza particolarissima, sia per il settore florido, sia perché l'azienda in questione ha fatto un licenziamento di massa di ricercatori, ingegneri e professionalità elevatissime nel periodo in cui faceva fatturati record.
Insomma, teoricamente io, che sono un ingegnere di ricerca e sviluppo in un settore florido ed in un'azienda che fa fatturati record, non dovrei mai preoccuparmi del mio posto di lavoro. Ma, siccome sono in Italia, ora sono in cassa integrazione straordinaria. Io avrei messo la mano sul fuoco sul fatto che la mia nazione mi tutelasse, soprattutto le prospettive che io rappresento, essendo in un settore strategico. E invece no. Nulla di tutto ciò.  Il governo è intervenuto in maniera standard, chiudendo la vertenza come chiude tutte le altre, non intervenendo col management americano a chiedere conto e ragione di una mattanza nonostante lo stato di grazia.
Faccio un paragone: ricordo quell'esperimento fatto da Joshua Bell -violinista di fama mondiale- nella metropolitana di New York, il grande violinista si è messo a suonare il suo Stradivari, facendo pezzi meravigliosi, ma nessuno lo ha riconosciuto rispetto a tutti i musicisti di strada. Non è l'ambiente adatto per riconoscere certe cose. Ora, non che noi fossimo Joshua Bell. MA IL NOSTRO SETTORE È UNA MINIERA D'ORO, È EQUIVALENTE AD UNO STRADIVARI. Ma i tavoli ministeriali evidentemente sono simili più alla metropolitana di NY  che non al Bellini di Catania. I tavoli ministeriali erano INADATTI a riconoscere la vertenza di cui stavamo parlando.

È stata quindi firmata la bozza d'accordo,  che per ovvi motivi noi lavoratori abbiamo approvato in larghissima maggioranza, perché non c'erano alternative se non la mobilità per 419 ingegneri ed altrettante cause all'azienda, coi tempi della giustizia Italiana.
Dal momento della nostra ratifica, la nostra battaglia è finita, mediaticamente, ma anche come scioperi, azioni di protesta. Il governo fa la sua dichiarazione di soddisfazione,  i sindacati affermano che non si poteva ottenere di meglio, e soprattutto l'opinione pubblica pensa che il problema sia stato felicemente risolto. Ma non è stato risolto affatto, per due motivi. Il primo, e più importante,  è che ad oggi ci sono decine e decine di lavoratori che NON hanno trovato soluzione. Di quei 419, parte accetterà la ricollocazione in Micron, parte verrà ripresa da ST, parte (piccola) se ne andrà accettando le 28 mensilità dell'azienda, MA PARTE È IN CASSA INTEGRAZIONE SENZA ANCORA UNO SBOCCO. E tanto basta per dire che si è arrivati ad un accordo in cui, al solito, i lavoratori votano con la pistola alla tempia, MA NON SI È ARRIVATI ALLA SOLUZIONE.
Poi c'è il secondo motivo, per cui il #casomicron NON è giunto a soluzione. Meno grave socialmente, ma più grave in prospettiva. Il secondo motivo, come già detto, è che da tutte le parti del mondo si spinge sulla microelettronica,  e nessuno nel governo, nella politica, neanche tra i funzionari ministeriali, NESSUNO  ha avuto il coraggio, l'iniziativa, l'autorevolezza di dire "Un attimo. Fermiamo il gioco. Questa NON È UNA VERTENZA COME LE ALTRE. Qui ci sono prospettive enormi, è un settore da centinaia di miliardi di dollari l'anno, che dà lavoro ad operai e dirigenti. Questi non possono perdere il posto di lavoro."
Invece, questa è la sensazione avvilente che mi porto da cassintegrato, siamo stati trattati in modo assolutamente standard, come tutti i tavoli di crisi. Con la professionalità,  da parte dei funzionari ministeriali, di chi non distingue una vertenza di taglio di rami secchi da una vertenza di dismissione di miniere d'oro. Tutto è stato trattato come ARTE NOTA. Come un falegname a cui tu chiedi un tavolo di valore e, con la sua professionalità acquisita e sclerotizzata da anni di pratica, si presenta con un ammasso di travi ed assi, messi assieme da chiodi arrugginiti e colla trabordante. Il governo, il ministro, i viceministri, i sottosegretari ed i funzionari del ministero sanno risolvere le vertenze, hanno sempre lavorato così, non è che hanno mai distinto un legno d'impalcatura da un mobile della Brianza...
Questa cecità preoccupa molto, e sarà l'argomento del mio prossimo post.

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