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Thursday, January 29, 2015

ANCHE LE FORMICHE, NEL LORO PICCOLO, S'INCAZZANO






Sono ammirato dal piglio di Matteo Renzi sull'elezione del Presidente della Repubblica. Sono sicuro che porterà a termine con successo, sabato mattina, ciò che ha detto, riuscendo ad "asfaltare" Berlusconi e gli altri "pigmei", come ha sottolineato Minzolini. Un premier, un leader. Quello che ci voleva.

Son sicuro che lo stesso piglio userà per risolvere il #casomicron, così per come ha egli stesso promesso a Catania lo scorso 28 novembre.

Sunday, January 25, 2015

Banca tedesca di Germania contro demos Greco




In questo momento sento che nella piazza di Atene (credo sia piazza Syntagma) c'è la canzone "People have the power" di Patti Smith. Tsipras ha vinto. Ecco come il "Corriere.it" riporta la notizia.

 Stride tremendamente che il primo commento venga dagli aguzzini. Il numero uno della Bundesbank Weidmann dichiara: «È nell’interesse del governo greco fare le riforme necessarie per risolvere i suoi problemi strutturali. La Grecia deve aderire alle condizioni del salvataggio»
Ora, sorge spontanea la domanda: chi diavolo ti autorizza a dire alla Grecia cosa deve fare e non fare. Chi diavolo sei tu per parlare, se non uno di quei disgraziatissimi burocrati che hanno causato un voto così evidente di protesta? E continui a parlare...
C'è poco da fare, i Tedeschi non riescono a starsi zitti. Anche se avessero ragione, non stanno capendo che malessere c'è in Grecia. Le immagini del pentolone di pollo cotto sotto il Partenone, con tutti i nullatenenti che mangiano, sono un pugno nello stomaco. Questi della bundesbank si comportano come i Rottweiler: fino a quando l'avversario non è esangue non mollano le carotidi.
Io credo che la vittoria di Tsipras sia come il febbrone da cavallo che rivela una malattia gravissima. E come reagisce il Tedesco di fronte al febbrone da cavallo? "La Grecia deve continuare a correre."
"Io ho 39 di febbre e me ne sto a letto. Tu, fottiti."
Questo è stato il voto in Grecia. Una risposta alla Germania.

"People have the power" contro "La Grecia deve" detto da un banchiere. Secondo voi con chi sto?

La Grecia





Mai stato di sinistra, ma... quanno ce vo'...ce vo'...
i Tedeschi periodicamente si mettono in cattedra... e triturano talmente tanto le scatole che, prima ancora di discutere se hanno ragione o torto, arriva il vaffa da qualche parte.
Ed hanno la caratteristica che non sentono ragioni neanche quando la situazione è irrimediabile.

Questa è una mia libera interpretazione di quello che è successo oggi in Grecia...


Saturday, January 24, 2015

Di 28 ce n'è uno.



Ho visto sui social commenti piuttosto superficiali sui 28 (+1 aggiungo io) colleghi ancora non ricollocati.

Gli autori ignorano il tweet di Matteo Renzi, che qui ripropongo:

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Renzi a Catania il 28 novembre 2014

contestazione CGIL FIOM. Ho fermato la macchina per parlarci. Sul abbiamo idee diverse. Ma i lavoratori Micron sono salvi"
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e quindi trattasi di un impegno del capo del governo, che può risolvere come meglio crede, anche non impegnando il governo, ma DEVE RISOLVERE.

Comunque, a beneficio di chi non conosce nel dettaglio il #casomicron, riassumo a memoria, e quindi grossolanamente, la vicenda, che presenta caratteri di unicità in Italia. Volutamente non commento. Solo fatti.

1) Grandissima parte dei lavoratori coinvolti siamo stati assunti in ST, tra gli anni '90 ed i primi anni del 2000.
2) Negli anni '90 ST spinse moltissimo verso la R&D tecnologica e di prodotto di dispositivi di memorie, soprattutto Flash NOR, in alleanza strategica con Nokia.
3) Agli inizi del 2000 vi fu un cambiamento notevole delle condizioni di mercato, per cui la scelta delle NOR si rivelò perdente. Si trattava quindi di decidere se dirottare la R&D verso le NAND (architettura vincente), rinunciare definitivamente alle memorie, oppure avviare un lento phase-out, continuando a vendere i prodotti, ormai diventati maturi. ST scelse di rinunciare definitivamente alle memorie, facendo una scissione per scorporo di ramo d'azienda (FMG-Flash Memory Group). In Joint Venture con l'equivalente ramo di Intel NOR, venne creata la Numonyx (partecipata 48% ST, 45% Intel ed il restante 7% da una finanziaria americana, Francisco Partners, per evitare che vi fossero soggetti aventi la maggioranza assoluta dell'azienda). Era Aprile del 2008.
4) Come conseguenza del punto 3, molti lavoratori di ST -tra cui il sottoscritto- ci trovammo fuori da ST. A tal proposito giova ricordare alcuni punti essenziali (parlo per me, ma son convinto che quello che scrivo vale certamente per tantissimi dei lavoratori coinvolti. Ovviamente, diverso è il caso di dirigenti, alti livelli ecc...ecc...)
          4.1 Ai lavoratori di ST non venne chiesto alcun parere, circa la possibilità di scegliere se restare in ST o affrontare questa nuova avventura. Ci venne detto che stavamo per affrontare una nuova avventura.
         4.2 Ai lavoratori di ST, a fronte di questa "non scelta", non venne concesso alcun incentivo, ne' una tantum, ne' salariare, per il passaggio di azienda che stavamo facendo.
5) La creazione di Numonyx doveva servire a fare una compagnia snella ed agile, nel settore delle memorie, che potesse giocarsi la partita indipendentemente da ST, che aveva altro tipo di interessi. Nelle previsioni, Numonyx doveva attestarsi attorno ai 3B$ di fatturato, e poi eventualmente crescere, con le giuste condizioni del mercato. Questo ci venne detto ufficialmente.
6) La crisi mondiale del 2008 fece sì che Numonyx non fosse in condizione di crescere e competere in un settore altamente "battagliero" come quello delle memorie, e nell'aprile del 2010 Numonyx venne acquistata da Micron per la cifra di 1.27B$ in azioni date ad Intel, ST e Cisco Partners.

Ora però c'è da aggiungere una cosa molto importante. Molti lavoratori transitarono indietro da Micron ad ST, perché trovarono una  ricollocazione nell'azienda di origine. Generalmente, dirigenti e quadri. Gran parte dei lavoratori, coloro che non potevamo capire le intenzioni di Micron, queste possibilità di rientro non le abbiamo mai avute, sia perché non avevamo certezze, sia perché non abbiamo mai avuto proposte da ST, e molti perché tali proposte non potevano neanche cercarsele.
Questa è la storia nuda e cruda SENZA COMMENTO da parte mia. Chiunque, quindi, lasci sui social commenti (assolutamente legittimi) poco "informati" nei confronti di quei 28 colleghi, o chiunque si chieda perché ST entri in questa faccenda, farebbe bene a documentarsi, per parlare con cognizione di causa.
E' una storia unica, in cui ci siamo ritrovati sull'ottovolante SENZA AVERLO MAI CHIESTO. Ed anche se vi sono delle esigenze aziendali, sulle quali mi astengo rigorosamente da ogni giudizio, sapere che dei 419 siamo stati sistemati in 390, mentre 28 (+1) stanno soffrendo la condizione di precarietà da più di un anno, questo umanamente è ingiusto.

Si può obiettare: "sai quante ingiustizie ci sono nel mondo?"A costoro rispondo in due modi:

1) Questa è un'ingiustizia che mi ha toccato direttamente, e su questa io ho il dovere di agire. Perché sono miei colleghi, persone a me vicine.
2) Quando sono ingiustizie facilmente risolvibili, non si può tacere.

Renzi si è espresso? Risolva. Personalmente, non mi interessa neanche se vengono coinvolte o meno le due aziende.

Sorprendimi, Matteo, casi da risolvere ne avete tanti e gravi, ma di 28 ce n'è uno...


Friday, January 23, 2015

Il sinistro acrosticato




Ma sì... dedichiamoglielo un sonetto sotto forma di acrostico.

Giorni dopo giorni al calendario:
Inutilmente tento d'attaccare
Un capo del governo e segretario
Sicuro e un po' sbruffone a rottamare

E ho voglia, io, di fare l'incendiario,
Perché mi spegne sempre col suo fare.
Possibil che sia il solo visionario
Eletto che abbia alquanto da obiettare?

Compagni! Tutti a fare opposizione!
Invito a levitar sinistri cuori
Veti poniam, facciamo una mozione:

Andiamo insiem, compatti. Agli elettori
Tentiamo noi di chieder l'opinione,
Infin che sarem fatti tutti fuori.

Wednesday, January 21, 2015

10 anni in poche righe


Era il 2005 quando capimmo che molte cose sarebbero cambiate per noi. Non immaginavamo quanto!
Ero in ST, e, facendo parte di un gruppo creato 9 anni prima (1996) per supportare un'attività che sarebbe stata chiusa (R&D tecnologica di memorie Flash NOR, a Catania), cercai di capire quali potessero essere possibili sbocchi per la mia attività lavorativa. Andai quindi a parlare con un collega, con il quale c'era un'amicizia antecedente ad ST, e gli dissi "Come vedi tu la situazione di uno scorporo delle memorie?". E lui mi disse "La mia unica preoccupazione è che dopo che vi avranno tagliato fuori creando eventualmente una nuova compagnia, non tirino la catenella."
A distanza di 10 anni possiamo dire che, in generale, la catenella non è stata tirata, anche se, non possiamo dimenticarlo, e non lo dimentico, abbiamo ancora oggi, data del mio rientro in ST, 6 colleghi di Catania (+1, ma non entro nel dettaglio) e 30 in tutta Italia dal futuro incerto, nonostante le facili promesse con cui Renzi aveva affermato su twitter che "I lavoratori Micron sono salvi".
In questi 10 anni ho cambiato 3 aziende (Da ST ad STM6, a Numonyx, a Micron). Ho svolto 6 attività attività diverse, nessuna è durata più di 2 anni. Sono diventato responsabile di un gruppo, insieme alle 6 persone del mio gruppo sono stato fatto fuori, e per nostra fortuna siamo stati ripresi tutti in ST.
Facendo le somme, riflettevo sul fatto che tutto ciò che mi è successo ha un unico filo conduttore: io non ho deciso mai nulla. Ho solo subito gli eventi per 10 anni, cercando di dare il meglio di me in condizioni mai controllate, ne' controllabili.
Talvolta la vita permette le scelte, altre volte no.
Credo che sia la cosa più difficile da insegnare ai nostri figli, che facciamo crescere con idee un po' strane ed alquanto "scomposte" sulla libertà.

Monday, January 19, 2015

Casa base



In attesa di scrivere qualche pensiero sul mio ritorno in ST, posso intanto descrivere quello che ho passato negli ultimi 8 anni come una semplice giocata di baseball. Pochi conoscono le regole, ma lo sport è molto bello. Lo scopo del baseball è segnare un punto.  Si segna un punto quando si riesce a percorrere tutto il "diamante" (il quadrato, nella figura), senza essere eliminati, e tornare alla "casa base". I grandi campioni spesso riescono a fare un "home-run" con un singolo colpo. La palla colpita dalla mazza va fuori campo, nessuno la può prendere, ed il colpitore tranquillamente va da casa base a casa base, e segna un punto per la sua squadra.


Oggi ho segnato il mio punto. Anche se ci ho messo 8 anni.

Sunday, January 18, 2015

Esecutori a confronto: Bach Piccola fuga in sol- BWV 578




Ecco un confronto tra due grandi esecutori: il primo è Helmut Walcha (1907-1991).


Il secondo è Ton Koopman (1944-vivente)


Le due interpretazioni sono enormemente diverse. Ovviamente non entro nel merito della tecnica perché non sono in grado di giudicare, ma entro nel merito del risultato finale, da ascoltatore. E devo dire che per me non c'è storia, a favore di Walcha. Mi sorprende in negativo Ton Koopman. Epigono del "filone filologico", nefasta corrente che ha distrutto nei passati decenni le interpretazioni classiche di Bach,  dovrebbe avere nella chiarezza delle parti uno dei punti di forza. Sinceramente io non ci capisco nulla. Non sento l'inserimento del tema della fuga nei vari momenti. O quanto meno, non lo sento con la nettezza che richiederebbe, e che è essenziale in una fuga. Credo che molto faccia la scelta delle voci dell'organo (molto più ridondante, con molti più armonici in quella di Koopman, molto più lineare ed asciutta quella di Walcha). Difficile pensare che sia la bontà della registrazione, date le epoche diverse. Anche questa dovrebbe essere a favore di Koopman.
Ricordo una volta una discussione interessante con un ricercatore di fisica, appassionato filologo e musicista, il quale paragonò le esecuzioni classiche (per intenderci: Walcha, Richter) ad un giardino inglese curatissimo, mentre le esecuzioni filologiche erano più una "foresta tropicale", dove spuntano piante sorprendenti dappertutto. Capii perfettamente cosa voleva dire. I filologi hanno certamente dato una sferzata a certe esecuzioni classiche di Bach in cui orchestra e cori andavano un po' per i fatti loro. Il rigore dei tempi, degli inserimenti delle parti, e della nitidezza hanno avuto un salto di qualità con gente come Harnoncourt, Leonhardt, e, straordinario con il suo Bach Collegium Japan, Maasaki Suzuki. Ma tornando a questa interpretazione, se sono in una foresta tropicale, a me piace essere sorpreso da piante colorate di ogni genere, non trovarmi invischiato in cespugli e sabbie mobili, come in questo caso, in cui ad un certo punto arriva la fine, quasi senza che ce ne accorgiamo. E questo è tipico di Koopman (si ascolti la Passacaglia e fuga BWV 582, la fine della Passacaglia e l'inserimento della Fuga). Ovviamente, scelta interpretativa ben precisa, che non mi trova per nulla d'accordo, togliendo ogni tensione al pezzo ed appiattendo tutto il fraseggio.

Curiosità su Walcha, era praticamente cieco fin da ragazzino. Il che non deve influenzare il giudizio sulle sue esecuzioni, ma certo impressiona.

Friday, January 16, 2015

Corollario. Il nuovo Presidente.



Se quello che ho finora detto ha un senso, il prossimo Presidente sarà una misura della leadership di Renzi. Se è forte, riuscirà a mettere una persona di secondo piano (una Finocchiaro, un Mattarella ecc...), com'è sempre stato fatto fino ad ora (eccezion fatta per la ri-elezione di Napolitano, come già detto). Altrimenti, se il suo partito lo sfianca con i veti ed i franchi tiratori, potrebbe essere eletto Prodi. E si andrebbe probabilmente alle elezioni.
Se avremo come presidente una donna, sarà una forte dimostrazione di leadership da parte di Renzi. Mi dispiace per le donne, ma non vedo una personalità (a parte Rosy Bindi ed Emma Bonino, che però per ora ha altro a cui pensare) in grado di bastonare Renzi. Per ora. Poi, il ruolo si fortifica col tempo.

Thursday, January 15, 2015

Eccesso di potere o leadership?




Vorrei tornare sulle accuse di eccesso di potere. Leggo proprio stamattina da televideo:



Allora, è leadership o è eccesso di potere?
Nella mia esperienza lavorativa, non grandissima, ma neanche trascurabile, mi sono reso conto che la leadership, l'assunzione di ruoli e responsabilità "al di là dell'immaginabile", può nascere in tanti modi. Spesso, ma non sempre, viene costruita nel tempo dalle persone che più sanno prendersi le responsabilità, dimostrando sul campo ciò che sanno o sanno fare. Altre volte la leadership è accidentale. Ricordo una volta che dalla section manager del gruppo venne fatta una domanda su una certa attività, su come avrebbe dovuto essere svolta. Io avevo le idee chiare su questo aspetto, per aver svolto un'attività simile in precedenza, espressi il mio parere, e la section manager disse: "OK, allora questa attività la segui tu e ne sei responsabile."
Avevo avuto una leadership del tutto inaspettata. Che nasceva dal fatto che nessuno aveva le idee chiare sull'argomento. Casualmente, non per chissà quali meriti, io sì. Ti trovi semplicemente nel momento giusto al posto giusto. Queste sono le leadership che sublimano il detto "anni ed anni di attenta programmazione non valgono una bella botta di culo".

Poi esiste un'altra leadership: quella che ottieni per il vuoto spinto che c'è intorno a te. Questo è il caso palese di Giorgio Napolitano. Quando una nazione intera rimane appesa alle forze di un ottuagenario molto avanzato, significa che è alla canna del gas. Napolitano, senza neanche chiederlo, si è trovato a fare da supplente ad un vuoto di potere e di credibilità della politica italiana, fatta da rappresentanti spesso di infimo ordine. A quel punto la personalità svetta su tutte le altre non tanto e non solo per il suo valore assoluto, ma per la differenza con tutti gli altri. E' come se allo Juventus Stadium si dovesse giocare una partita di calcio importante, e poi vengono scelte 21 persone del mio livello, indegne di giocare lì, e Claudio Gentile. Non è strano che in questa situazione, Gentile scelga le squadre, giochi e faccia anche da arbitro, e decida dove mettere le persone di una squadra e dell'altra. Ma siamo gli altri 21 inadatti, non è Claudio Gentile che ha un eccesso di potere. Uno dovrebbe ringraziarlo per cercare di dare uno spettacolo decente con 21 giocatori indecenti.

Ma i Lillipuziani accusano Gulliver di abusare della propria forza, invece di capire di essere degli esseri piccoli ed indegni del ruolo che ricoprono. Ad esempio, sentire i forzitalioti che oggi accusano Napolitano di essere stato un pessimo Presidente, quando neanche due anni fa lo hanno eletto entusiasticamente, grati per l'onere che si assumeva, tutto ciò fa rivoltare lo stomaco.

Dall'altra parte, il Presidente non vuole essere trascinato nel fango che vede attorno a sé.

Ogni atto è quindi contemporaneamente "abuso di potere" e violazione della costituzione, visto da una parte, ed un qualcosa del tipo "io non voglio essere coinvolto nella vostra mediocrità",visto dall'altra. E quindi, atti normali di "difesa della propria dignità" diventano abuso di potere.

Non è abuso di potere. E' abuso di deficienza e di indegnità di tutto il resto.

Wednesday, January 14, 2015

Grazie a Napolitano.




Giorgio Napolitano si è dimesso. Sentivo proprio stamattina su La7 un sondaggio secondo il quale io faccio parte di una sparuta minoranza (13.5%) che ritiene che Napolitano abbia salvato l'Italia. Ho alcune considerazioni da fare.

1) Innanzitutto a tutti coloro che ritengono che Napolitano sia stato un pessimo Presidente. In questo sono accomunati M5S e Forza Italia: "Ha violato sistematicamente la costituzione ed ha imposto i governi del Presidente: Monti innanzitutto, e poi Letta e poi Renzi. Nessuno di questi voluto dal popolo." Costoro mi ricordano quella scena dei Blues Brothers in cui, dopo che è stato devastato completamente un mall intero, decine di negozi e vetrine in frantumi, uno dei due poliziotti con la macchina ribaltata, ancora a testa in giù, esclama "They broke my watch..." (mi hanno rotto l'orologio).

2)Napolitano, che tutti dipingevano come un pavido, si è trovato a gestire più di una situazione a dir poco imbarazzante: ce lo siamo dimenticati qual era la situazione nel 2011? Berlusconi, colui che era stato eletto dal popolo (*), aveva collezionato una serie di figure estere penose, per cui Obama stesso aveva dato atto a Napolitano di essere UN RIFERIMENTO MORALE dell'Italia, mentre il presidente del consiglio di allora (l'arcoriano) era ancora in carica. Praticamente, come poi analizza correttamente Friedmann, Berlusconi è stato scaricato dall'esterno. Quasi come se fosse un infermo da manicomio. Tra donnine di facili costumi, la D'Addario, Ruby, il "Mister OBAMAAAAAA" gridato all'orecchio della Regina d'Inghilterra, che si volta con un "Why are you shouting?"... insomma, un folletto  impresentabile, quasi una scheggia impazzita. Lì ci fu sì il complotto dello spread, perché oggi i titoli italiani sono quasi spazzatura, sistematicamente declassati, eppure lo spread è ai 140... quindi, poche balle, Berlusconi fu fatto fuori dall'esterno. Ma di questo Napolitano non fu responsabile, casomai curatore fallimentare. La situazione che si era creata era di una delegittimazione totale. Per la serie, Berlusca puoi dire quanto vuoi di rappresentare il popolo italiano, ma fuori non ti si fila di pezza nessuno. Le risatine della Merkel e di Sarkozy ce le ricordiamo, o no? Ecco, in quel frangente di un capo di governo imbarazzante, perché puttaniere, grezzone e per di più implicato in processi di corruzione, in quel frangente di una politica totalmente delegittimata, l'Italia si è trovata (ED ALL'ESTERO SI SONO TROVATI) solo Napolitano come riferimento. Insomma, se io, Europa, mi devo rivolgere all'Italia, ho pure imbarazzo a prendere il telefono e chiamare uno che ai miei occhi è impresentabile. Questo, piaccia o no. Sia democratico o no. 


(*) ma quando Fini lo scarica, Berlusconi si rende conto che una parte dei suoi elettori stava con Fini? E poteva essere la stessa percentuale che magari consegnava nel 2008 la vittoria a Veltroni...


3)Napolitano ha messo una toppa ad uno stallo della politica del 2013. La politica, la rappresentanza democratica, lo ha pregato in ginocchio ed in lacrime di restare, "perché non ci stiamo capendo un cavolo". A quel punto, solo un deficiente può pensare che Napolitano è rimasto in carica per desiderio di potere o delirio di onnipotenza. Lo ha fatto solo per spirito di servizio, perché a quasi  88 anni (tanti ne aveva) solo un pazzo poteva pensare al proprio potere ed alla propria gloria. Più semplicemente, ha capito che l'Italia rischiava di avere una vacatio istituzionale lunghissima, e si è sacrificato. Io per questo, comunque, gli sono grato.

4)Un'ultima considerazione sul "governo del Presidente". Sentivo oggi Minzolini dire "temo le persone che "cambiano"... Napolitano era uno tranquillo, è diventato Re Giorgio." Idiozie, caro Minzolini. Tu non "cambi". Tu "sei costretto" a fronteggiare delle situazioni in cui ti trovi. E di fronte al sesso con le minorenni, ad un PD allora allo sbando, prima del terremoto M5S, Napolitano si è trovato a dover esercitare una leadership che non gli era mai stata propria. Ma non perché avesse fatto un balzo in avanti lui. Ma perché il resto della politica aveva fatto un balzo indietro. Per non parlare dell'avanspettacolo del PD del 2013, con "la carica dei 101" che fece fuori Prodi. Una "perla".

In questo vuoto assoluto, che ha permesso ad un comico buffone di prendere LEGITTIMAMENTE il 25% dei voti, vuoto di valori, voto di persone, una politica fatta di Razzi, di Scilipoti, di 101 livorosi che hanno fatto fuori Bersani, di paggetti asserviti ai partiti, che ben poco hanno di "onorevole", abbiamo avuto solo Napolitano.

A lui, per quel che mi riguarda, solo solo per aver rinunciato a 2 anni di riposo, possiamo solo dire #graziePresidente.

Tuesday, January 13, 2015

ANONIMO FoliaRodrigoMartinez2

Come il precedente, ma suonato con il Clavinova Yamaha.





ANONIMO FoliaRodrigoMartinez



Questo pezzo, più che "suonato", è "costruito". Ho registrato un singolo colpo di tamburello (originale salentino), replicandolo all'infinito con un certo ritmo. 8 battiti di tamburello costituiscono un'unità di registrazione (circa 13 secondi). Quindi ho registrato tutte le variazioni di 13 secondi, aggiungendo ogni 13 secondi una variazione. E poi, verso metà, cominciando a toglierle. Si ottiene grosso modo un pezzo "simmetrico" che termina esattamente per come parte (dissolvenza in ingresso ed in uscita). Due anni fa avrei fatto lo stesso pezzo, non con le chitarre ma con il Clavinova Yamaha. Lo pubblicherò a breve.

Monday, January 12, 2015

Je suis / Je ne suis pas





Sono circolati vari articoli in questi giorni di persone che tenevano a dire "Io non sono Charlie Hebdo". Con varie motivazioni, che secondo me non colgono il senso della frase "je suis Charlie Hebdo". Che è lo stesso dell'11 settembre "I am American". Un attentato che disprezza la vita umana in questo modo non ammazza solo le vittime, ma ferisce tutte le persone del mondo "civile". Dove per "civile" non intendo "occidentale", ma il mondo di coloro che riconoscono il valore primario della vita umana. Da questo punto di vista, "je suis Charlie Hebdo aussi". Per intenderci, è la stessa logica che mi porterebbe a dire ad Israele "i massacri di massa non vanno bene. Lascia che intervenga una forza di interposizione che provi a bloccare i terroristi palestinesi SUL CAMPO". Perché uccidere indiscriminatamente terroristi e bambini non va bene. Questa è la nostra cultura. Quindi, punto numero 1, il valore assoluto della vita umana. E se ieri fossi stato a Parigi sarei stato tra i 2 milioni in piazza. 

Poi c'è un altro tema da affrontare, e va nel merito della satira di Charlie Hebdo. Ieri ho letto un pezzo di un tal Casalino, postato su Facebook.



Non condivido minimamente questo pezzo, perché, al solito, idolatra il senso della libertà dei Francesi perché sanno fare la pipì in bocca alle persone sgradite, e questo per loro è diritto alla satira. Questa è la cultura francese. Che io rispetto, ma non venero come questo Casalino. Quello che per lui è "mancanza di coraggio" (può essere, tutto è opinabile), per me è "cultura italiana". Che io difendo. Perché delle vignette di Charlie che ho visto, ne salverei due o tre. Le altre, per me, sono semplicemente indecenti. Squallide. Dai toni troppo pesanti. Che non fanno parte della nostra cultura. Noi Italiani non trattiamo le persone come cretine in pubblico. I Francesi lo fanno. Loro cultura, non nostra. Negli Stati Uniti c'è un senso di "politeness" del linguaggio e dei contenuti, per cui le vignette di Charlie Hebdo sarebbero inimmaginabili. Può essere ipocrisia, perché poi fanno altro tipo di scempio. "I really appreciate your job" è il modo americano di darti il benservito. Ipocrita. E' LORO CULTURA. Per i Francesi, Vauro Senesi è un educando. Per noi Italiani spesso è disgustoso. Noi per cultura, cose come quelle di Charlie Hebdo le vediamo limitatamente al tifo (una su tutte "Giulietta era 'na zoccola" in Napoli-Verona.). Non dico "è più giusto", "è più sbagliato". Per me, buona parte delle vignette di Charlie Hebdo fa schifo. Non per  questo si deve uccidere. Ma non per questo ci si deve genuflettere a questa cultura "libera, laica, tipica francese". 
In definitiva, "Je suis Charlie", perché io mi sento ferito da dei pazzi che in nome di Allah uccidono, e sono consapevole di essere in guerra (anche se molti lo negano). Ma "Je ne suis Charlie pas" nel merito. Sono toni che non mi appartengono. E davanti ai quali non mi genufletto, ammirandone il coraggio. Casomai, ne contesto la volgarità.

Sunday, January 11, 2015

La fisica delle bolle di sapone - DIGRESSIONE





A proposito delľEuropa, voglio togliermi dalle spalle un peso. ĽEuropa che stiamo SUBENDO in questo periodo non ha nulla a che vedere con ľEuropa di Schuman, Spinelli ed Adenauer. I quali si rivoltano nella tomba nel vedere le facce come quella di Juncker, quello delle tasse agevolate in Lussemburgo. ĽEuropa, nelľidea dei padri, che non avevano la minima idea di ciò che sarebbe successo, era ľEuropa della prosperità nella pace degli Stati dominatori del mondo. ĽEuropa del "basta guerre tra noi", l'Europa della "pax aurea". Un concetto che non considerava neanche di striscio gli altri Stati, se non gli Stati Uniti, come modello federativo. ĽEuropa che è venuta fuori, aborto tenuto in vita artificialmente, è ľEuropa della NECESSITÀ. Mettiamoci insieme, altrimenti siamo fregati. Ben diverso dal club privé exclusive immaginato dai dominatori del mondo.E quando una cosa si fa di necessità, controvoglia, viene male, piena di ripicche reciproche tra gli Stati, e di veti da polli in un pollaio. Quindi, stiamo assieme solo perché "altrimenti sarebbe molto peggio". Un po' pochino, come ideale di Europa. E si vede.

Saturday, January 10, 2015

La fisica delle bolle di sapone - I



Il primo dei tre posts che avevo pubblicato era incompiuto.
L'ho fatto volutamente, perché per molti versi si collegava all'attentato di Charlie Hebdo, ma il centro del mio post era un altro.

Ecco un esempio di fisica. L'esperimento delle due bolle di sapone. Molti lo avranno fatto da bambini. Se prendete una cannuccia (o anche una custodia di penna BIC, così l'ho fatto io) e fate due bolle di sapone, dopodiché le collegate attraverso la cannuccia, si vedrà una cosa molto semplice: la bolla più piccola  -a causa della tensione superficiale della bolla che è inversamente proporzionale al raggio- cederà aria alla bolla più grande, fino a sparire (cioè diventare una parete di sapone ad un'estremità della cannuccia).
Con questo fenomeno fisico, che è anche un terribile fenomeno sociale, io spiego tantissime contraddizioni del nostro sistema "occidentale", "capitalistico", "globalizzato", "libero".
Tutti i rapporti umani, economici, sociali, politici, geopolitici, se non correttamente governati, seguono la legge delle due bolle: in assenza di altre forze, tutto tende ad accentrare competenze, attività, potere economico, potere politico. Quando il mio gruppo di R&D nel 2005 venne chiuso la motivazione fu "necessità di concentrare le competenze". E molti colleghi del mio gruppo di Catania scelsero di andare ad Agrate. Esattamente come l'aria che passa dalla bolla più piccola alla bolla più grande. In economia, l'avvento degli Ipermercati è stato la tomba delle botteghe alimentari e piccoli negozi di vestiario. Io ne ricordo tantissimi da bambino, ora sono quasi spariti.
-Nella microelettronica, il mio settore, la competizione quando ho cominciato era fatta da tantissime aziende. Ora molte di queste sono morte, assorbite (un caso enorme su tutti: Nokia assorbita da Microsoft, poi la nostra Numonyx con Micron, Qimonda smembrata...), e si sa che a tendere pochissimi soggetti si spartiranno un mercato enorme.
-Quando si parla di "spending review", non si parla di "tagliare le province?". Perché? Per concentrare le competenze e ridurre i costi. Avere strutture più grandi che controllano.
-Oppure ridurre il numero di ospedali, a pochi centri di eccellenza, laddove ci siano i macchinari adatti, e lasciare ai piccoli centri i presidi di primo soccorso.
-E vogliamo parlare di geopolitica? Che cos'è l'Europa, se non una necessità di fare massa critica, di essere una bolla abbastanza grande, di fronte a Cina, USA, Russia, India?

Microelettronica, Ipermercati, Soppressione delle province, Ospedali, Europa. Tutti questi sono esempi che seguono immancabilmente la regola delle due bolle.  (...continua...)

Friday, January 9, 2015

Anonymous Vs. Islam (Tolleranza parte II)


Curioso notare che la più forte risposta ad oggi dell'attentato di Parigi venga da Anonymous.

http://www.repubblica.it/tecnologia/2015/01/08/news/anonymous_contro_contro_gli_assassini_di_charlie_hebdo-104555646/

Curioso, ma non sorprendente: viene da chi ha delle idee ben precise ed è disposto a battersi con tutta l'anima. Persone che noi che scriviamo in poltrona, noi benpensanti, noi occidentali definiamo "esaltati". Anche gli hackers sono degli esaltati. Anche gli hackers turbano la "vita civile" dell'occidente, con azioni che vanno dal fastidioso al criminale. Ed ora gli stessi si ergono a paladini dei nostri valori. Vedremo con quali azioni. Presumibilmente l'introduzione nei siti islamici con diffusione di immagini scabrose nella home page, o la totale distruzione dei siti. Vedremo quello che sapranno fare. Certamente, gli Anonymous vengono dal nostro mondo, il mondo "occidentale", "tecnologico" ed "evoluto". Ma i metodi di lotta sono "incivili", per noi. L'anonimato e gli attacchi selvaggi.
Quindi, la nostra parte "occidentale", "evoluta", "tollerante", guarda indignata a questa risposta, e la giudica severamente come una lotta tra esaltati. Perché siamo civilizzati e tolleranti.

Poi c'è la nostra parte intollerante, quella che nascondiamo agli altri ed ai social network, poco mostrabile esternamente, che a voce bassissima sibila al nostro animo: "fategliela pagare, perché con la civiltà tollerante non ce la facciamo!"

Wednesday, January 7, 2015

INTEGRALISMO E TOLLERANZA

Questo post è stato scritto quasi interamente (tranne la citazione del link di Antonio Iannizzotto) PRIMA della strage di Parigi. Ci stavo lavorando, ma a questo punto lo pubblico così, dopo che alcuni post di amici di Facebook fanno un po' sorridere perché di fatto chiedono di combattere l'intolleranza che deriva da tutti i monoteismi. Il che è senza alcun dubbio una forma di intolleranza.

Tornerò su questo post in seguito, per completarlo. Così è chiaramente incompleto.

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Ľaccusa che più spesso viene mossa a noi cattolici è ľintolleranza. La Chiesa predica ľintolleranza, nel nome di Dio sono stati fatti i peggiori misfatti e crimini dell'umanità, e così via.
Consiglierei sempre moderazione nei giudizi, perché è vero che nel nome di Dio e di Gesù in particolare, IN PASSATO, IN UN PASSATO REMOTO, si è combattuto e si è ucciso, ma per esempio abbiamo nel secolo scorso i peggiori crimini della storia dell'umanità sono stati perpetrati da regimi che di base avevano la negazione di Dio e di Cristo: comunismo e nazismo.
Negli ultimi secoli si è assistito ad un progressivo avanzamento del relativismo etico, che erge il suo vessillo in una parola di fronte alla quale tutte le menti illuminate porgono gli onori: la "tolleranza".
Io che, essendo un cattolico, sono per definizione non illuminato, ma oscurantista, ed un poco ottuso di mente, diffido di questa parola: "tolleranza". È come il frutto proibito delľeden: mangiatene e diventerete come Lui. Poi si mangia il frutto e casca ľasino.
Fino a quando non si declina esattamente il concetto di "tolleranza", io me ne tengo volentieri abbastanza lontano. Soprattutto, mi tengo lontano dal concetto di tolleranza che si sta sviluppando in Occidente ultimamente, che ha creato figli pericolosissimi, come quel relativismo etico per cui un'idea vale un'altra. Ed il paradosso è che il progenitore di questa deriva pericolosissima è quelľilluminismo che metteva al centro di tutto la ragione. Il relativismo, figlio degenere delľilluminismo, appiattendo ogni idea esautora la ragione di ogni ruolo e significato. Il relativismo in tal senso, lo considero un figlio ingrato delľilluminismo. O addirittura un parricida.
La domanda che sulla tolleranza mi fa storcere il naso è la seguente: posso io tollerare gli intolleranti? Posso essere tollerante con un tagliagole che vuole imporre, pena la decapitazione, ľIslam come unico stile di vita? È evidente che, alľatto pratico, la tolleranza è una fesseria, perché se noi Occidentali avessimo non alle porte, ma dentro casa i guerriglieri islamici, reagiremmo con poca tolleranza.
Quindi, ci troviamo di fronte ad una scelta che purtroppo mette la tolleranza contro la ragione. Ed io personalmente preferisco essere considerato intollerante, piuttosto che fesso.
Quindi, in prima battuta, la tolleranza è un concetto logicamente eterologo. Come la libertà. Questo è il motivo per cui amici molto acuti come Antonio Iannizzotto postano una nota molto interessante, 


la quale manca totalmente di conclusione. Ma non per mancanza dell'amico Antonio. Perché la conclusione logica non c'è. Ľapplicazione rigorosa della tolleranza porta al prevalere delľintolleranza. Ad un musulmano con la bandiera nera che mi dice "io ho come scopo nella vita quello di farti fuori, perché infedele", io che sono tollerante rispondo "fiat mihi secundum verbum tuum".
È chiaro che non può essere così. Perché è proprio questo modo di agire che può provocare le future catastrofi planetarie. Le più grandi sciagure delľumanità non si sono sviluppate a causa delle religioni, ma a causa delľassenza di scontri di idee, perché una era dominante. Così è stato con il Nazismo, così è stato con il Comunismo, così è ora con il terribile dominus dei nostri giorni, il capitalismo che si basa sulla legge del mercato. Il fatto che non ci sia un contraltare credibile alľeconomia di mercato, provocherà, fino a quando non verrà messo seriamente in discussione, dolore e sofferenze enormi a centinaia di milioni di persone, proprio a quelle più evolute, a noi occidentali, che abbiamo progressivamente messo da parte comunismo, nazismo, religione, e ci stiamo ritrovando ad idolatrare ľunico dio rimasto di cui si può parlare pubblicamente: i soldi, nelle declinazioni del dio uno e quattrino: deficit, PIL, debito pubblico, interessi sul debito pubblico.
Io credo che invece non sia la tolleranza la chiave della vita felice, ma proprio lo scontro di idee...

PINODANIELE Appocundria

Il pezzo che più mi piaceva suonare, con mio zio Angelo.



Friday, January 2, 2015

LI VIGGILI MALATI

Scusame tanto, è che a capodanno,
un gran dolor de testa m'è pijiato,
e pe' nun fare chiasso, e nun far danno,
ho preferito damme pe 'mmalato.

Figurete si a Roma ppe' ddavero
un viggile je serve questa notte
e si serve, nun te 'ngrugnà si spero
che a me le palle nun vengano rotte.

Lassame annà, te prego: so' 'n po' cotto.
Stasera io m'addormo coi miei cari:
un medico me trovo un po' corotto;

je dico "famme 'n foijo in cui me pari
er culo e dici che cce vo 'n cerotto
e 'na tisana. E torno er 2, magari"

Funiculì funiculà

Dopo aver scoperto il trucchetto della chitarra-mandolino, diciamo che ne ho abusato un po'.

IL RODODENDRO

Quelli come me che vanno dalla cifra 4 in su ricorderanno Nanni Loy, il quale in una trasmissione degli anni '70 aveva creato la rubrica "Il rododendro": Loy si avvicinava ad un signore(a) qualsiasi, gli (le) offriva un rododendro e chiedeva: "Lo sa che cos'è questo fiore?" C'era chi lo sapeva, e chi non lo sapeva. Comunque Nanni Loy proseguiva: "E' un rododendro. A lei cos'è che le rode dentro?".
Ecco, a 35 anni di distanza, vorrei idealmente partecipare alla trasmissione di Loy.
A me rode dentro la distanza abissale tra la grassa, inattiva, lenta, moscia sicurezza del posto di lavoro degli statali e l'isteria nevrotica di noi impiegati del settore privato. 
Il RODODENDRO - 1 Cosa mi rode dentro. L'83,5% di vigili romani malati rischiano qualcosa che sia lontanamente paragonabile alla mia perdita del posto di lavoro, addì 5 maggio 2014?
Ed i medici che hanno redatto i certificati medici? Rischiano una sospensione?
Specifichiamo meglio: dei TRUFFATORI dello Stato Italiano, perché tali sono molti di quell'83.5%, ed i relativi medici compiacenti, avranno delle conseguenze del loro vergognoso comportamento?
Io, lavoratore nel privato, che non ha preso 1 giorno di malattia negli ultimi 3 anni (ma forse anche di più), ho perso il posto di lavoro nel 2014.
Fino a quando non introdurremo un sistema di premialità E DI SANZIONI anche nel settore pubblico, non possiamo pretendere un'autodisciplina da parte dei lavoratori che faccia compiere quel salto di qualità del nostro paese. E saremo sempre costretti a segnalare degli Italiani più i comportamenti cialtroneschi che quelli di cui vantarci col mondo. Ed i sindacati spesso segnalano la loro presenza per evitare le mazzate che questi parassiti di una società morente meriterbbero. Una bella sospensione di 5 mesi, non retribuita. Ed alla recidiva, il licenziamento. Ciò eviterebbe certi comportamenti assurdi tanto più perché avvengono in un periodo così critico.
IL RODODENDRO - 2 Cosa mi rode dentro. Grazie all'Art. 18, la mia ex società che mi ha fatto fuori, ha licenziato i suoi peggiori dipendenti in Italia, i fancazzisti e comunque quelli che più meritavano di essere fatti fuori? Oppure ha fatto soltanto ciò che può fare una società IN ITALIA, che comunque vuole ridurre il numero di dipendenti, cioè il massacro in blocco?