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Wednesday, November 6, 2019

ITALIANI

La questione dell'ILVA è indicativa di un modo di fare tipico degli Italiani. Se dovessi scommettere come va a finire (spero di non essere smentito) l'ILVA non chiuderà. Qualche soluzione, letteralmente "all'italiana", verrà trovata perché è difficile immaginare oltre diecimila lavoratori messi a spasso, senza una possibilità di recupero,
Ma, appunto, è una soluzione "all'italiana". Che mette la toppa, ma non cura il male.
Non posso non notare l'analogia con l'agonia del Teatro Bellini di Catania. Un gioiello di livello mondiale, che rischia la chiusura per mancanza di fondi. Alla fine il Presidente della Regione Musumeci (apprezzabile, in tal senso) è venuto nella sua Catania ed ha detto che si sarebbe adoperato. Ed una toppa è stata messa, almeno per quest'anno. Ma l'organico si è ridotto di decine di punti percentuali da trent'anni a questa parte.
Ora i social sono scatenati a sparare (io stesso l'ho fatto) ad alzo zero su Giggino Di Maio. CHe per me ha la colpa di essere troppo fesso per capire l'entità dei problemi che deve affrontare. Ma non dimentichiamoci che il primo a dire "risolto il caso ILVA" è stato Matteo Renzi. Poi potremmo parlare di Alitalia, esempio più lampante di inettitudine, o malafede, Italiana nel risolvere i problemi.

La cosa che veramente mi lascia senza parole, di tutto ciò che è la "Italian way" è l'incapacità assoluta di focalizzare il problema, individuare le cause e battere come un fabbro sulle cause fino a quando le cause sono eliminate, o attenuate, quanto meno. Generalmente ci si concentra sugli effetti, quando già sono disastrosi. Se c'è una valanga, l'Italian style opera togliendo la gente che è a valle. Cosa sacrosanta. Ma passata la valanga, la gente ritorna da dove era stata rimossa, ma nessuno si preoccupa di valutare le debolezze che, A MONTE, hanno causato la valanga. E la valanga tornerà.
E quindi si va di emergenza in emergenza. E' un approccio che CERTAMENTE NON RIGUARDA SOLO LA POLITICA. La politica ha solo la caratteristica di essere sotto i riflettori, com'è giusto che sia.

Ma se io ho un cancro, solo un criminale che individua il problema può dire "prendi questo cortisone perché non sentirai dolore". No. Il problema non è il dolore, che tolgo con un cortisone o con un antidolorifico. Il problema è il cancro che va tolto con un'operazione.

Nel caso dell'ILVA, si doveva arrivare alla minaccia di Arcelor-Mittal? Di più. Si doveva arrivare ad Arcelor-Mittal? Qual è il problema? Il problema è un impianto VETUSTO che opera in condizioni ambientalmente criminali. Questo è il problema. Quindi si affronta il problema, che è un problema di carattere SOCIALE. E quindi si chiedono aiuti all'UE, con fondi per le aree sottosviluppate, per ammodernare l'impianto che risulti appetibile per il mercato. Semplice? Forse non lo è. Anzi, certamente non lo è, semplice. Ma la semplicità con cui Giggino, Renzi e tutti gli altri fanno annunci mi fa sorgere il sospetto (è una figura retorica: la mia è una certezza) che i politici, ALL'ITALIANA, non si curino neanche di capire il problema, ma risolvono l'emergenza del momento. Ed il problema si ripresenta.

Come si ripresenterà con certezza il problema del Teatro Bellini, perché il problema del Bellini di Catania non è il taglio dei fondi deciso da Palermo. Il problema del Teatro Bellini è che da trent'anni a questa parte i fondi, per la cultura, per la città, ecc...ecc... diminuiscono sistematicamente. Che il Sud è in uno stato comatoso, e NESSUN GOVERNO, DI NESSUN COLORE, GIALLO; VERDE, ROSSO O AZZURRO si è mai preoccupato di affrontare quella che si chiama "QUESTIONE MERIDIONALE", che esiste da 158 anni. Se la si vuole affrontare, la questione meridionale, si devono, ancora una volta, individuare le cause. La storia ha dimostrato che le cause sono una mancanza di risorse e di interesse del governo centrale. MA DARE RISORSE in modo incontrollato, come ha fatto la famigerata Cassa del Mezzogiorno, non è la soluzione. Il problema siamo noi terroni, che non abbiamo idea di "far gruppo", che ce ne freghiamo del bene comune? Quindi si deve cominciare dalla scuola, per l'aspetto culturale. Ma è tutta colpa di noi terroni? Le linee ferroviarie inesistenti, sono proprio causate da noi terroni? Non credo proprio. Se quindi la situazione è l'egoismo del Nord che accentra a sè gran parte delle risorse, con un meccanismo di premialità che è in realtà un modo per accentuare il gap, occorrerebbe un governo che metta in priorità la crescita di oltre metà del territorio nazionale. E visto che le cose vanno meglio in certe zone, il metodo delle zone più avanzate deve essere esteso alle zone più arretrate. Non ho mai sentito in vita mia, che ormai è la bellezza di un terzo dell'Unità d'Italia, un politico affrontare seriamente questo problema. Perché? Perchè è un problema enorme che sarebbe priorità numero uno per l'Italia. Perché un Paese che è in cancrena per più di metà della sua superficie non può che essere in costante declino. Poi si possono dire tutte le balle che si vogliono sul rapporto Deficit/PIL, L'Europa cattiva o l'EURO che ci uccide. Il problema rimane. Non lo si risolve? Periodicamente si troveranno dei casi ILVA, Fiat Termini Imerese, Teatro Bellini, Micron Catania.

La domanda è: ma posso credere che nessuno capisca questi discorsi, che sono semplici, evidenti? Gli Americani usano la bella espressione "Elephant in the room", l'elefante nella stanza. C'è qualcosa che non torna alle persone della stanza, parlano di tutto, ma non del fatto che in mezzo a loro c'è un elefante.
Veramente nessuno capisce questi discorsi?
Non posso crederci. I problemi si capiscono, ma affrontarli è veramente gravoso. Meglio galleggiare. Chi me lo fa fare?
Già: chi te lo fa fare affrontare seriamente il problema del Meridione? E TUTTI I POLITICI, nessuno escluno, hanno pensato "Chi me lo fa fare?".
Galleggiano, gestiscono equilibri, mettono toppe a problematiche che, con scientifica sistematicità, si ripresenteranno. Oggi ILVA, sempre Alitalia, domani il Bellini...
Lavorare seriamente, concentrandosi sul problema primo, e mettendo tutte le forze, fisiche e mentali sul problema, forse è troppo complicato. "Chi glielo fa fare?"
A costoro però, risponderò, A TUTTI, NESSUNO ESCLUSO, col mio voto, tenendo ben in mente la massima di San Josemarìa Escrivà de Balaguer: "Volta le spalle all'infame che ti sussurra all'orecchio: 'perché complicarti la vita?' "

Monday, October 14, 2019

Giocare con i numeri.

Anche questo è un post disarticolato che si propone come scopo quello di far vedere la bellezza dei numeri.
Quando compii 25 anni, mia madre si pose il problema di prepararmi le candele con le cifre 2 e 5. Ma non ci fu bisogno, perché tre giorni prima mio padre fece 52 anni. Toh, guarda che coincidenza. E questo diede il "la" a tutta una serie di problemi di carattere matematico, che si rivelarono molto divertenti.
Ovviamente, le prime domande che ti vengono in mente sono:
1) Perché è successo?
2) Succede una volta sola nella vita?
3) Succede con tutti i genitori figli?

Analizziamo la prima domanda.
Perché è successo?
La condizione che stiamo cercando è che una persona compie un certo numero XY di anni, mentre un'altra abbia un numero YX di anni.

Come abbiamo imparato alla prima elementare, il numero XY si scompone in "X decine ed Y unità",
Ad esempio, il numero 56 è "5 decine e 6 unità". Tradotto in formule,

XY=10*X+Y

Analogamente, YX=10*Y+X

Supponiamo che l'età del padre sia YX, cioè che sia Y>X. Osserviamo che la differenza di età tra padre e figlio è

(YX-XY)=(10*Y+X)-(10*X+Y)=9*(Y-X)

Nel caso mio e di mio padre, 52-25=27=9*(5-2)

Quindi, la condizione per cui si verifichi l'inversione delle candeline, tra genitore e figlio, è che LA DIFFERENZA DI ETA' SIA UN MULTIPLO DI 9.

Notiamo che la differenza di età è data da 9 moltiplicato per la differenza delle cifre. Di conseguenza, se entrambe le cifre aumentano di 1, o diminuiscono di 1, la differenza di età rimane invariata.

Nel caso mio, se io avevo 25 anni e mio padre 52, le cifre coinvolte sono 5 e 2. Quindi la stessa cosa succede se le cifre coinvolte sono 3 e 6, 4 r 7, 5 e 8, 1 e 4, 0 e 3.

Se XY e YX sono età che realizzano l'inversione delle cifre, anche (X+1)(Y+1) e (Y+1)(X+1) avranno la stessa differenza. Infatti

[10*(Y+1)-(X+1)]-[10*(X+1)+(Y+1)]=10Y+10+X+1-10X-10-Y-1=9*(Y-X)

Quindi, SE l'evento si verifica, ALLORA non è unico, ma si ripete con una periodicità di 11 anni (una decina ed una unità in più o in meno). Nel mio caso, quando avevo 03 anni mio padre ne aveva 30, quando ne avevo 14 mio padre ne aveva 41, a 25 lui ne aveva 52, a 36 lui 63, a 47 lui 74, speriamo che quando ne avrò 58 lui ne avrà 85, e quando ne avrò 69 lui ne avrà 96.

Con mia madre la differenza di età è 25 anni. L'evento di inversione delle cifre NON si verificherà mai, in base alla regola appena espressa. 25 non è multiplo di 9. Ma mi dispiaceva non dare questa soddisfazione a mia madre. Davvero non è possibile una cosa del genere? Perché questa cosa accade con mio padre e non con mia madre? Cosa ha, di particolare, la cifra 9 per poter dare questa "soddisfazione" di inversione?

Beh, se rivediamo il calcolo fatto, partiamo dal presupposto che i numeri si scompongono, come facevamo alle elementari in "decine" ed "unità". Ma perché si scompongono in "decine" ed "unità"? Ma è ovvio, perché il nostro sistema di numerazione è decimale, cioè a dieci cifre. Quindi, nel contare, quando raggiungiamo il numero 9, sappiamo che il successivo riparte da 0, ed aggiunge una cifra a sinistra, e facciamo 10 (dieci, una decina zero unità). Arrivati a 99, se aggiungiamo un numero, si torna a 0 con le unità, zero con le decine e si aggiunge una cifra al centinaio, ottenendo 100 (cento, nel sistema decimale, un centinaio, zero decine, zero unità). Il ruolo della cifra 9 è fondamentale, perché è UN NUMERO IN MENO rispetto al numero delle cifre del sistema numerico in considerazione. Nel caso nostro, il sistema decimale. Facendo quindi la differenza YX-XY, otteniamo 10*Y-X-10*X-Y=9*Y-9*X. Questo perchè il numero YX NEL SISTEMA DECIMALE si scompone in "decine" ed "unità".

25 non è multiplo di 9, ma è multiplo di 5. Se il 5 avesse lo stesso ruolo del 9, cioè se CAMBIASSIMO IL SISTEMA DI NUMERAZIONE, anche mia mamma potrebbe avere la soddisfazione di invertire l'età con me. Ed in quale sistema di numerazione il 5 ha lo stesso ruolo che ha il 9 nel sistema decimale? E' il sistema a 6 cifre, sistema "senario". Dato un sistema senario, un numero XY si scompone, analogamente al tradizionale sistema decimale, in "X SESTINE ed Y UNITA'".

A questo punto, la differenza tra due numeri YX-XY (con Y>X) diventa:

YX-XY=6*Y+X-6*X-Y=5*(Y-X)

Quando io sono nato, io avevo 0 anni, mia mamma 25 anni. 25 anni, nel sistema senario, sono 4 sestine ed una unità, cioè 41. Quando avevo 05 anni (uguale sia nel sistema senario che decimale), mia mamma aveva 30 anni (nel sistema decimale). Ma 30, nel sistema senario, è 5 sestine e 0 unità, cioè 50. Cioè, ai miei 5 anni, la rappresentazione delle età nel sistema senario era 05 per me e 50 per mia mamma. Aggiungendo 7 unità (cioè una sestina ed una unità) mia mamma arriva in terza cifra (il 37 in decimale è 101 in senario).

Thursday, September 26, 2019

IN MEMORIA DEL PROF. GIOVANNI MARINO

Ci sono persone (poche), al di là della famiglia, che segnano la vita in maniera definitiva. Possono essere un Papa, un amico fraterno, o un Professore straordinario, come il Prof. Giovanni Marino, che mi ha seguito nel triennio del Liceo Scientifico "Einaudi". Le sue lezioni di Analisi Matematica e di Fisica mi hanno aiutato tantissimo all'Università. Ricorderò per sempre la gioia che provai quando arrivò a spiegare che quelle "S" strane che precedevano una funzione si chiamavano "Integrali" della funzione, e che l'area sottesa dalla funzione era l'integrale definito, esteso all'intervallo [x1,x2]. Quando una persona riesce a spalancarti un mondo di bellezza, quella persona ti segna in modo indelebile.

Grazie di tutto, Professore Marino. (+24-9-2019)

Friday, September 20, 2019

ESAGONI E TRIANGOLI

In questo post vorrei farvi partecipi di un piccolo, ma divertente, problema di geometria. Il mio desiderio è che seguissero il discorso, che è lungo, ma semplice, soprattutto tutti coloro che di se stessi affermano: "la matematica e la geometria non le ho mai capite". E' un modo per far vedere, se ci riesco, ovviamente, la bellezza della geometria e della matematica.
Ecco il problema.
Abbiamo un triangolo qualsiasi. ABC.
Dividiamo ogni lato del triangolo in tre parti uguali, ottenendo i punti D, E, F, G, H, I. Uniamo ognuno dei vertici con i due punti intermedi del lato opposto. 

Le sei linee così tracciate delimitano un esagono JKLMNO.

Il problema consiste nel dimostrare che l'area di questo esagono è, qualunque sia la forma del triangolo, un decimo dell'area del triangolo ABC.

Per dimostrare la tesi, occorre fare alcune premesse.
Prima di tutto, consideriamo sempre il nostro triangolo. Dividiamo  due lati AB ed AC in parti ugualmente proporzionali, come in figura.

Otteniamo quindi due punti U, T (come Udine-Torino). Per costruzione, Il rapporto tra la lunghezza del segmento AT e la lunghezza del segmento TC è uguale al rapporto tra la lunghezza del segmento AU e la lunghezza del segmento UB. Questa affermazione si può riassumere scrivendo la proporzione:

AT:TC=AU:UB

Ma quando su due rette trasversali (retta AB e retta AC) si staccano due coppie di segmenti proporzionali, allora siamo nelle condizioni del teorema di Talete, per cui il segmento UT è parallelo al segmento BC. Di conseguenza possiamo affermare che il triangolo VBC è simile (cioè ha la stessa forma) al triangolo VUT. Questo significa che, se tiriamo le mediane dal vertice V, VQ e VQ' necessariamente fanno parte della stessa retta. Ma essendo Q' anche mediana del triangolo AUT, ed essendo AUT simile ad ABC, allora significa che la mediana AQ e la mediana AQ' fanno parte della stessa retta, che è anche la retta VQ. Tutto questo ragionamento per dimostrare che, se dividiamo due lati di un triangolo in due coppie di segmenti proporzionali tra loro (AT:TC=AU:UB), i segmenti BT ed UC si intersecano in un punto V che FA PARTE DELLA MEDIANA AQ del triangolo ABC.

Quest'ultima conclusione è fondamentale per proseguire nella dimostrazione del teorema principale. Infatti, se tracciamo le tre mediane del triangolo ABC, come in figura,


per quanto abbiamo appena visto, le mediane passano per i vertici dell'esagono centrale, e lo dividono in sei triangoli. JSK, KSL, LSM, MSN, NSO, OSJ. Quindi, se riusciamo a dimostrare che, ad esempio, il triangolo SMN ha l'area pari ad 1/10 dell'area del triangolo CSQ, abbiamo dimostrato il nostro teorema, (perché la dimostrazione prescinde da forma e dimensioni delle figure coinvolte). Allo stesso modo, infatti, il triangolo NSO sarà 1/10 del triangolo CSR, e così via. Quindi la somma delle aree dei sei triangoli interni sarà uguale alla somma delle aree dei triangoli esterni. Ma la somma delle aree dei triangoli esterni è proprio l'area del triangolo ABC, e la somma delle aree dei triangoli interni è l'area dell'esagono JKLMNO.

Consideriamo il triangolo CSQ. Esso è equivalente (cioè, ha la stessa area) al triangolo BSQ. La dimostrazione è banale. Per costruzione, BQ=QC costituiscono le basi dei due triangoli, e l'altezza
SS' in comune. Quindi le due aree (base x altezza)/2 sono uguali.

Quanto valgono queste aree?
Per calcolarlo, occorre un'altra premessa. Consideriamo sempre la figura seguente:


Ricordiamo che l'abbiamo ottenuta dividendo i segmenti AB ed AC in parti proporzionali tra loro:

AT:TC=AU:UB

Ricordiamo la proprietà del comporre delle proporzioni:

(AT+TC):TC=(AU+UB):UB

e cioè

AC:TC=AB:UB

Definiamo x il rapporto (TC:AC), o (UB;AB). La domanda che ci poniamo è la seguente: avendo già dimostrato che il punto V giace nella mediana AQ, QUANTO VALE IL RAPPORTO (VQ:AQ)? Cioè, se x=TC:AC, quanto vale, in funzione di x, il rapporto VQ:AQ?
Chiamiamo y questo rapporto y=VQ/AQ.
Osserviamo che AQ'+Q'V+VQ=AQ. Dividendo ambo i membri di quest'uguaglianza per AQ, abbiamo

AQ'/AQ+Q'V/AQ+VQ/AQ=1

Il primo termine della somma a sinistra , AQ'/AQ, per il teorema di Talete, è uguale ad AT/AC, e cioè:

AQ'/AQ=(1-x)

Il terzo termine, per definizione, è proprio y.
Per quanto riguarda il secondo termine, Q'V/AQ, osserviamo che Q'V/QV=UT/BC=AT/TC=(1-x)/x
Ma QV=AQ*y quindi Q'V=y*AQ*(1-x)/x. In definitiva Q'V/AV=y*(1-x)/x.

Tornando all'uguaglianza di partenza

AQ'/AQ+Q'V/AQ+VQ/AQ=1

abbiamo quindi che

(1-x)+y*(1-x)/x+y=1 Da qui, con semplici passaggi, otteniamo che

y=x/(2-x)

Questo è un risultato fondamentale per la nostra dimostrazione finale. Infatti, osserviamo che il VQ/AQ=y è anche il rapporto tra le due altezze VV' ed AA', rispettivamente dei triangoli ABC e VBC. Come si evince dalla figura sotto.
 Di conseguenza, il triangolo VBC ha un'area pari proprio all'area di ABC per y.

A_VBC=y*A_ABC

Quindi, tornando alla figura precedente:



possiamo dire che, per quanto abbiamo detto fino ad ora, l'area del triangolo BSC è y*A_ABC. In questo caso y si ottiene sostituendo ad x il valore 1/2, perchè S è l'intersezione delle mediane, quindi CR=1/2 * AC.

Se x=1/2, allora y=(1/2)/(2-1/2)=1/3

Quindi, l'area del triangolo SBC è 1/3 dell'area del triangolo ABC. Quindi, l'area dei due triangoli SBQ ed SQC è 1/6 dell'area del triangolo ABC. Analogamente, le aree dei triangoli SCR, SRA, SAP, SPB sono tutte 1/6 dell'area del triangolo ABC. Se quindi probiamo che l'area del triangolo SMN è 1/60 dell'area del triangolo ABC, abbiamo provato il teorema, perché le aree dei 6 triangoli  che compongono l'esagono sono tutte uguali.

Ricordiamo la relazione fondamentale

y=x/(2-x)

e consideriamo i due triangoli SQC ed SMW nella figura sotto.





Questi triangoli sono simili, perché hanno gli angoli tra loro congruenti. Quindi i loro lati saranno rispettivamente proporzionali, e, detto k=SM/SQ il fattore di proporzionalità tra i lati, il rapporto tra le aree dei triangoli SMW ed SQC sarà proporzionale al quadrato di k.

Quanto vale k?

k=SM/SQ.

SM=SQ-MQ

Ma SQ, lo abbiamo visto, è pari ad AQ/3, mentre MQ=AQ*y, dove y=x/(2-x) dove stavolta x=1/3 (CH/AC).

MQ quindi è AQ/5.

Quindi SM=AQ/3-AQ/5= 2/15 * AQ, k=SM/SQ=(2/15)/(1/3) cioè k=2/5

Di conseguenza, A_SMW=4/25*A_SQC

Osserviamo che il triangolo SMW è la somma di due triangoli SMN ed MNW, aventi la stessa altezza, che è MM'. Di conseguenza, la sua area è data dalla somma delle due aree, che a loro volta sono proporzionali ai segmenti SN ed NW.

In che rapporto stanno i segmenti SN ed NW?
Osserviamo che N è l'intersezione dei due segmenti AG e BH, che dividono, ancora una volta in modo proporzionale, i lati AC e BC, con il fattore x=2/3. Sostituendo nella formula

y=x/(2-x) otteniamo che y=(2/3)/(2-2/3)=2/3 / 4/3 = 1/2.

Quindi abbiamo che PN=1/2 PC. Di conseguenza, il segmento NN' è la metà del segmento PP' che è a sua volta la metà dell'altezza AA' del triangolo ABC. NN' è quindi 1/4 dell'altezza AA'

In definitiva, abbiamo stabilito che le tre quote di S, N ed M sono rispettivamente 1/3, 1/4 ed 1/5 dell'altezza AA' del triangolo ABC. Il rapporto

SN/NW=(1/3-1/4) / (1/4-1/5) = 20/12 = 5/3

Detta A_SMW l'area del triangolo SMW, 5 parti di quest'area sono occupati dal triangolo SMN, e tre parti dal triangolo MNW.

Quindi

A_SMN=5/8 A_SMW

Ma abbiamo visto che A_SMW=4/25 A_SQC, e quindi A_SMN=(5/8) * (4/25) A_SQC, cioè

A_SMN=1/10 A_SQC.

Per quanto detto sopra, tutti i 6 triangoli che compongono l'esagono sono equivalenti, e quindi anche l'area dell'esagono JKLMNO è 1/10 dell'area del triangolo ABC.

Monday, July 1, 2019

Miglioramento tecnologico e Salvini

Vi vorrei rendere partecipi del mondo della microelettronica, in maniera molto generale, ma, spero, chiara.
Quando un'azienda prova a sviluppare una nuova tecnologia, dopo aver consolidato le varie singole "parti costruttive" (un contatto particolare, una pista di metal, una resistenza), si passa a costruire un "dispositivo di prova". Tutte quelle parti costruttive vengono messe insieme in qualcosa che deve funzionare. Questo dispositivo di prova lo chiamiamo, appunto, "test chip". All'interno di un wafer di silicio vi possono essere più test chip diversi. Ma supponiamo di scegliere un solo test chip. Dentro un wafer possiamo avere un migliaio di test chip, formalmente identici l'uno all'altro. Un wafer, dopo che il dispositivo viene lavorato, appare quindi, schematicamente, così:


Ovviamente, la speranza di chi lavora nella nuova tecnologia è che tutti questi dispositivi funzionino. La resa sarebbe al 100%. Ma, soprattutto nella prima fase dello sviluppo tecnologico, non è affatto così. In linea di principio, non è da escludere che NESSUNO di questi dispositivi funzioni. Ma comunque, in generale, durante le prime fasi della tecnologia, la resa (percentuale di dispositivi funzionanti sul totale dei dispositivi) è molto bassa. Ed i motivi per cui i dispositivi non funzionano sono tantissimi. Generalmente vengono raggruppati in "Classi di scarto" (binning). Se abbiamo mille dispositivi in un wafer, ad esempio, 305 funzionano bene (quindi la resa è del 30.5%), 695 falliscono. Se consideriamo i motivi dei fallimenti, le "classi di scarto", appunto, scopriremo che 259 falliscono perché non si accendono neanche, 140 perché due elementi consecutivi, che dovrebbero essere indipendenti, in realtà sono in corto, 127 perché un dispositivo non scrive correttamente, 56 perché non cancella correttamente, 34 perché il dispositivo è lento, 20 perché il dispositivo consuma troppa corrente quando non è operativo, 18 elementi per difetti sulle metallizzazioni, 14 per contatti chiusi, 12 per resistenze sbagliate, e così via. Quindi, di quei fallimenti si fa un grafico di PERCENTUALI di fallimento.

A questo punto, non c'è bisogno di essere una persona esperta di microelettronica per capire come si deve andare avanti. Occorre capire prima di tutto perché non si accendono i dispositivi, perché c'è il corto celle, perché non si scrive, perchè non si cancella. Se lavoro su questi quattro punti e li risolvo, la resa dal 30.5% passerà ad oltre l'85%. Il gruppo di Ricerca e Sviluppo avrà fatto ampiamente il suo dovere, e potrà passare la tecnologia alla produzione, che poi attraverso studi su difettosità ed altri lavori, tipici dell'ingegneria di produzione, porterà le rese al 95% 97%... Ovviamente, più alte sono le rese, maggiori saranno i margini dell'azienda. Un'azienda che lavora in questo modo lavora "Come Dio comanda". Ci sono dei problemi normali di sviluppo, si affrontano i problemi più grandi, e poi si va avanti.
Se un manager responsabile del progetto si dedicasse innanzitutto a sistemare il difetto 1 (percentuale di scarto 0,6%) qualsiasi membro della squadra di lavoro direbbe "Ma cosa stai facendo? Lavoriamo sull'accensione che è al 37%, che mi frega di sistemare il difetto 1 che mi toglie lo 0.6%?". Lo capisce anche un bambino. Poi però si scopre che il responsabile del progetto ha un premio di incentivo proprio sul difetto 1, che è molto più alto del premio per portare la tecnologia in produzione. D'altra parte, lavorare sul difetto 1 è molto più semplice che lavorare allo sviluppo di una tecnologia, e quindi il responsabile del progetto prende due piccioni con una fava: fa un lavoro più facile e prende più soldi. Ma la tecnologia non andrà mai in produzione.
E' ovvio che qualsiasi azienda seria chiamerebbe il responsabile del progetto la prima volta, e glielo direbbe: "Dov'è l'innalzamento delle rese?" Se quello parlasse del difetto 1, verrebbe buttato fuori in due secondi. Se dice "Ci stiamo lavorando" viene lasciato per un mese, dopodiché se continua a lavorare sul difetto 1 viene buttato fuori dopo un mese. Ma viene buttato fuori. In un'azienda seria.

L'Italia di oggi NON è un'azienda seria. Le classi di scarto principali si chiamano Debito Pubblico, Corruzione, Evasione Fiscale, Criminalità Organizzata, Mezzogiorno Moribondo, Cristallizzazione dei centri di potere, cose che drenano centinaia di miliardi l'anno ed impediscono la crescita. Ma il responsabile del progetto Italia continua a dire all'azienda, cioè a noi elettori, che il problema è l'immigrazione.
E noi Italiani, invece di dargli un bel calcio nelle terga facendolo volare di 10 metri, gli diciamo "BRAVO. Continua così, anzi ti portiamo il premio di incentivo dal 17% al 34%."

Secondo voi, un'azienda del genere, che ha un Consiglio di Amministrazione (il popolo Italiano) del genere, a cosa è destinata?

Meditate, gente, meditate.

Thursday, April 4, 2019

Grillini e terrapiattisti.

Alla fine è semplice. In fondo, avere a che fare con i grillini sfegatati, per certi versi, è come avere a che fare con i terrapiattisti.
Una Castelli, ignorante come una capra, che dice ad un Padoan "Questo lo dice lei", non è tanto diversa da un terrapiattista che vuole smontare la fisica dai tempi di Galileo.

Essendo io parte di un popolo ignorante, ho sempre vissuto la politica degli ultimi 30 anni con un assioma che mi sembrava ragionevole: "Lo Stato Italiano è come una famiglia: non si può permettere di spendere esageratamente, rispetto alle proprie entrate". In altre parole, il bilancio dello Stato deve essere mantenuto, come quello di una famiglia.

Con questa idea, che a me sembra assolutamente ragionevole, negli ultimi 30 anni abbiamo vissuto con la "vulgata" dei politici "corrotti e ladri". In sostanza, l'Italia, esaurito il boom economico, ha vissuto creando un debito spaventoso. Cioè, continuando il paragone con le famiglie, ai tempi di Craxi abbiamo comprato Alfa Romeo e Mercedes, quando ci potevamo permettere solo una Cinquecento FIAT. Di conseguenza, abbiamo creato un debito pubblico spaventoso, talmente grande che GLI INTERESSI sul debito pubblico corrisponderebbero ad una manovra economica da lacrime e sangue, ogni anno.

Di fatto, la vulgata dei politici "tradizionali" è stata questa per 30 anni. I più anziani ricorderanno Giuliano Amato, socialista craxiano, Presidente del Consiglio nel 1992. Ricorderanno che Forattini lo disegnava come Topolino. E ricorderanno la manovra finanziaria da 100.000.000.000.000 lire (centomilamiliardi di lire!) che entrò nei conti correnti di tutti gli Italiani, prelevando lo 0.6% di notte (mi pare che fosse venerdì notte). Da allora Forattini continuò a disegnarlo come topolino, ma con due dentini da dracula, da uno dei quali cadeva una goccia di sangue.
Dopo Amato toccò a Ciampi. Era iniziata Tangentopoli. Successe il finimondo.

Allora ci pensò un imprenditore milanese a dire "l'Italia si può risollevare". Il suo periodo di Presidenza del Consiglio rimane il più lungo della storia Repubblicana. Anche allora c'erano i politici tradizionali, nella vulgata berlusconiana raggruppati come "comunisti, dirigisti e statalisti".

La lotta politica fu tremenda. Ma tra i due schieramenti, nessuno metteva in discussione il fatto che occorreva tenere il debito sotto controllo. Forse di più la sinistra. Ma comunque non fuori controllo. Volendo schematizzare, il centro-dx puntava sull'incremento del PIL, il centro-sx sul decremento del deficit con più entrate. Ma sottolineo che è una schematizzazione rozza. Di fatto NESSUNO DEI DUE SCHIERAMENTI, negli ultimi 25 anni, è mai riusito ad impostare una politica economica di un certo respiro.

MA IL FONDAMENTO DI OGNI AZIONE DI GOVERNO NON POTEVA PRESCINDERE DA UN DEBITO ESPLOSO CON CRAXI, E GIUNTO A LIVELLI INSOSTENIBILI.

Sia a destra che a sinistra.

Ora sono calati dall'alto (dal pero?) i grillini, come i terrapiattisti. Il debito pubblico è uno strumento di ricatto. Ce ne freghiamo! Cominciamo a spendere per ciò che serve al popolo, e ricominceremo a crescere. Per noi popolo bue cresciuto con l'idea di una terra sferica e con il controllo dei bliancio, in fondo è uno shock. Quelli che li hanno preceduti non hanno fatto altro che tirare la cinghia, quando in realtà bastava spendere là dove è necessario?

Esempi senza limiti. La manovra fatta all'inizio ipotizzando una crescita al 2.4%. L'UE li ha frenati: non oltre l'1.9% . Alla fine è stato 2.04%, con spregio del ridicolo. Reddito di cittadinanza? Approvato. Quota 100. Approvata. Prenoti una visita medica? Se lo Stato non può garantire tempi immediati, vai dai privati e sarai rimborsato. L'ultima l'INAIL. Tagliamo per gli imprenditori le assicurazioni sugli infortuni. La differenza? La paga l'INAIL.

Ora, di fronte ad un'impostazione di stampo maduristico-terrapiattista, noi popolo bue siamo spiazzati: "Veramente bastava spendere senza limitazione alcuna per governare e far risalire il paese? Veramente quelli che hanno preceduto questi qui, a destra come a sinistra, erano incapaci perché si cucivano le budella inutilmente?"

Insomma, veramente abbiamo vissuto per 25 anni CREDENDO di avere un debito troppo gravoso, quando invece la terra è piatta?

Io, popolo bue, continuo a pensare che la terra sia tonda, e che stiamo spendendo troppo e male. E quando ce ne renderemo conto.... per dirla alla Giacomino Leopardi: "Altro dirti non vo', ma la tua festa, c'anco tardi a venir, non ti sia grave".