Guitars

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Wednesday, November 6, 2019

ITALIANI

La questione dell'ILVA è indicativa di un modo di fare tipico degli Italiani. Se dovessi scommettere come va a finire (spero di non essere smentito) l'ILVA non chiuderà. Qualche soluzione, letteralmente "all'italiana", verrà trovata perché è difficile immaginare oltre diecimila lavoratori messi a spasso, senza una possibilità di recupero,
Ma, appunto, è una soluzione "all'italiana". Che mette la toppa, ma non cura il male.
Non posso non notare l'analogia con l'agonia del Teatro Bellini di Catania. Un gioiello di livello mondiale, che rischia la chiusura per mancanza di fondi. Alla fine il Presidente della Regione Musumeci (apprezzabile, in tal senso) è venuto nella sua Catania ed ha detto che si sarebbe adoperato. Ed una toppa è stata messa, almeno per quest'anno. Ma l'organico si è ridotto di decine di punti percentuali da trent'anni a questa parte.
Ora i social sono scatenati a sparare (io stesso l'ho fatto) ad alzo zero su Giggino Di Maio. CHe per me ha la colpa di essere troppo fesso per capire l'entità dei problemi che deve affrontare. Ma non dimentichiamoci che il primo a dire "risolto il caso ILVA" è stato Matteo Renzi. Poi potremmo parlare di Alitalia, esempio più lampante di inettitudine, o malafede, Italiana nel risolvere i problemi.

La cosa che veramente mi lascia senza parole, di tutto ciò che è la "Italian way" è l'incapacità assoluta di focalizzare il problema, individuare le cause e battere come un fabbro sulle cause fino a quando le cause sono eliminate, o attenuate, quanto meno. Generalmente ci si concentra sugli effetti, quando già sono disastrosi. Se c'è una valanga, l'Italian style opera togliendo la gente che è a valle. Cosa sacrosanta. Ma passata la valanga, la gente ritorna da dove era stata rimossa, ma nessuno si preoccupa di valutare le debolezze che, A MONTE, hanno causato la valanga. E la valanga tornerà.
E quindi si va di emergenza in emergenza. E' un approccio che CERTAMENTE NON RIGUARDA SOLO LA POLITICA. La politica ha solo la caratteristica di essere sotto i riflettori, com'è giusto che sia.

Ma se io ho un cancro, solo un criminale che individua il problema può dire "prendi questo cortisone perché non sentirai dolore". No. Il problema non è il dolore, che tolgo con un cortisone o con un antidolorifico. Il problema è il cancro che va tolto con un'operazione.

Nel caso dell'ILVA, si doveva arrivare alla minaccia di Arcelor-Mittal? Di più. Si doveva arrivare ad Arcelor-Mittal? Qual è il problema? Il problema è un impianto VETUSTO che opera in condizioni ambientalmente criminali. Questo è il problema. Quindi si affronta il problema, che è un problema di carattere SOCIALE. E quindi si chiedono aiuti all'UE, con fondi per le aree sottosviluppate, per ammodernare l'impianto che risulti appetibile per il mercato. Semplice? Forse non lo è. Anzi, certamente non lo è, semplice. Ma la semplicità con cui Giggino, Renzi e tutti gli altri fanno annunci mi fa sorgere il sospetto (è una figura retorica: la mia è una certezza) che i politici, ALL'ITALIANA, non si curino neanche di capire il problema, ma risolvono l'emergenza del momento. Ed il problema si ripresenta.

Come si ripresenterà con certezza il problema del Teatro Bellini, perché il problema del Bellini di Catania non è il taglio dei fondi deciso da Palermo. Il problema del Teatro Bellini è che da trent'anni a questa parte i fondi, per la cultura, per la città, ecc...ecc... diminuiscono sistematicamente. Che il Sud è in uno stato comatoso, e NESSUN GOVERNO, DI NESSUN COLORE, GIALLO; VERDE, ROSSO O AZZURRO si è mai preoccupato di affrontare quella che si chiama "QUESTIONE MERIDIONALE", che esiste da 158 anni. Se la si vuole affrontare, la questione meridionale, si devono, ancora una volta, individuare le cause. La storia ha dimostrato che le cause sono una mancanza di risorse e di interesse del governo centrale. MA DARE RISORSE in modo incontrollato, come ha fatto la famigerata Cassa del Mezzogiorno, non è la soluzione. Il problema siamo noi terroni, che non abbiamo idea di "far gruppo", che ce ne freghiamo del bene comune? Quindi si deve cominciare dalla scuola, per l'aspetto culturale. Ma è tutta colpa di noi terroni? Le linee ferroviarie inesistenti, sono proprio causate da noi terroni? Non credo proprio. Se quindi la situazione è l'egoismo del Nord che accentra a sè gran parte delle risorse, con un meccanismo di premialità che è in realtà un modo per accentuare il gap, occorrerebbe un governo che metta in priorità la crescita di oltre metà del territorio nazionale. E visto che le cose vanno meglio in certe zone, il metodo delle zone più avanzate deve essere esteso alle zone più arretrate. Non ho mai sentito in vita mia, che ormai è la bellezza di un terzo dell'Unità d'Italia, un politico affrontare seriamente questo problema. Perché? Perchè è un problema enorme che sarebbe priorità numero uno per l'Italia. Perché un Paese che è in cancrena per più di metà della sua superficie non può che essere in costante declino. Poi si possono dire tutte le balle che si vogliono sul rapporto Deficit/PIL, L'Europa cattiva o l'EURO che ci uccide. Il problema rimane. Non lo si risolve? Periodicamente si troveranno dei casi ILVA, Fiat Termini Imerese, Teatro Bellini, Micron Catania.

La domanda è: ma posso credere che nessuno capisca questi discorsi, che sono semplici, evidenti? Gli Americani usano la bella espressione "Elephant in the room", l'elefante nella stanza. C'è qualcosa che non torna alle persone della stanza, parlano di tutto, ma non del fatto che in mezzo a loro c'è un elefante.
Veramente nessuno capisce questi discorsi?
Non posso crederci. I problemi si capiscono, ma affrontarli è veramente gravoso. Meglio galleggiare. Chi me lo fa fare?
Già: chi te lo fa fare affrontare seriamente il problema del Meridione? E TUTTI I POLITICI, nessuno escluno, hanno pensato "Chi me lo fa fare?".
Galleggiano, gestiscono equilibri, mettono toppe a problematiche che, con scientifica sistematicità, si ripresenteranno. Oggi ILVA, sempre Alitalia, domani il Bellini...
Lavorare seriamente, concentrandosi sul problema primo, e mettendo tutte le forze, fisiche e mentali sul problema, forse è troppo complicato. "Chi glielo fa fare?"
A costoro però, risponderò, A TUTTI, NESSUNO ESCLUSO, col mio voto, tenendo ben in mente la massima di San Josemarìa Escrivà de Balaguer: "Volta le spalle all'infame che ti sussurra all'orecchio: 'perché complicarti la vita?' "