Guitars

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Sunday, November 24, 2013

Dismissione di ST

Torno sull'argomento perché per me è vitale, e come ho spiegato è addirittura alla base del titolo del mio blog. Cioè io ostinatamente voglio, cerco di restare Italiano, anche se sempre più questa condizione di essere Italiano mi porta in basso. Ed il "Basso Ostinato" è anche una figura musicale in cui il basso continua ostinatamente a ripetere una parte costante, senza variazione di ritmo e melodia.

Sento oggi il dibattito su "Omnibus la 7": gli ospiti dicono che le "privatizzazioni" sono una cosa buona, se si accompgnano ad un rilancio delle aziende dismesse. Bene, vorrei capire se la cosa si applica ad ST. ST è un'azienda AD OGGI partecipata ugualmente al 13.5%, se non ricordo male, dallo Stato Italiano e dallo Stato Francese. Ad oggi rappresenta, con Agrate, Castelletto e Catania, insieme ad Lfoundry (Ger) ad Avezzano, l'UNICA FONTE DI PRODUZIONE DI MICROELETTRONICA in Italia. Ancora oggi, nonostante una quasi decennale politica di dismissioni e riassorbimenti da fallimenti, su cui ometto ogni giudizio, non essendo più la mia azienda, è una compagnia avente assets complessivi di svariati miliardi di dollari. Insomma, il 13.5% rappresenta molte centinaia di milioni di Euro, non so esattamente il valore.
Ora, di fronte a cifre del genere, mi chiedo in che cosa una dismissione del 13.5% possa rappresentare un rilancio.

Vediamo solo due scenari possibili:
1)Scenario "Alitalia". La quota Italiana ST viene rilevata dalla Francia, che salirebbe quindi al 27% totale, che è attualmente la quota pubblica di ST. Sarà anche per questo motivo che la manovra di risanamento dei conti pubblici, che l'Europa burocrate ed assassina aveva bocciato con severità, è stata poi salutata con favore. Ci credo, la Francia sente odore si sangue fresco... gli Europei vedono i conti più stabili, che importa se l'Italia nel frattempo vende oro ed argento per pagare l'affitto trimestrale all'Europa?
2)Scenario "Capitani coraggiosi", sempre stile Alitalia. La cordata di imprenditori che si mettono insieme ed arrivano alle svariate centinaia di milioni necessarie.

In entrambi i casi, il rilancio mi sembra una chimera. Lo scenario 2 darebbe spazio alla geniale "alta imprenditoria italiana"... Lo scenario 1, altamente più probabile, comporterà una conseguenza che mi sembra banale. L'ST avrà queste fabbriche in Europa: Crolles, Tours, Rousset (FRANCIA), Agrate, Castelletto e Catania (ITALIA). Nel caso del rilancio, già peraltro difficilissimo in un settore di estrema competizione, con ST che passa in mano Francese, quali siti sarebbero beneficiari? E nel caso di una ristrutturazione (parola manageriale e gentile per indicare TAGLI), quali siti ne sarebbero impattati?

Queste domande dovrebbero essere fatte, e con forza, al governo italiano, al premier Letta. Credo che siano domande precise, circostanziate e per nulla polemiche. Ma domande preoccupatissime, per chi intravede il famoso cartello "ROAD CLOSED AHEAD".

SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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